lunedì 31 dicembre 2018

L'ULTIMA PAGINA DEL 2018

Oggi scriviamo l'ultima pagina del nostro quaderno 2018.

Sfogliandolo, 
leggiamo con gioia 
i momenti belli che hanno rallegrato la nostra vita
e con tristezza 
quelli di dolore che hanno fermato il nostro tempo.
Sorridiamo
osservando i sogni che siamo riusciti a realizzare
e le difficoltà che abbiamo trovato il coraggio di superare.
Nel nostro quaderno
ci sono fogli sgualciti dalle lacrime
 fogli leggeri,
fogli densi e significativi.
Ogni foglio ci appartiene
ogni foglio racchiude una parte di noi.

Stanotte lo riporremo nel cassetto
degli anni passati
insieme alla nostra storia già vissuta.

Un quaderno nuovo ci aspetta:
sulla copertina porta scritto 2019
e ha 365 fogli bianchi da completare.

Abbiamo imparato con il tempo 
che nessun foglio può essere strappato nè riscritto.
Per questo
teniamo da conto ogni singolo foglio bianco 
e viviamolo con intensità e pienamente
senza pensare ai fogli già scritti
nè a quelli che scriveremo.
Solo così,
quando lo sfoglieremo tra un anno
potremo riporlo nel cassetto
degli anni passati
senza rimpianti.

Auguro a tutti i miei lettori
un quaderno ricco di storie e di avventure
di sogni realizzati e da realizzare.
Auguro a ognuno di voi
di vivere il presente con intensità e coraggio
con la consapevolezza
che nulla dura per sempre,
neanche il dolore.




lunedì 24 dicembre 2018

NON BASTA MORIRE UN PO' PER VOLTA PER RINASCERE

Ebbene sì: non basta morire un po' per volta per rinascere. Non si può aspirare ad un cambiamento radicale trattenendo gli schemi del passato, anche solo in minima parte.

Si nasce nudi e così si rinasce. 
Tutto quello che ci portiamo dietro è un cuore che ha conosciuto il dolore, 
ma non vi ha messo radici, 
perchè per sua natura ricerca l'armonia.

Un'armonia profonda che si manifesta nella coerenza tra l'essere e la realtà dell'essere.
La vita è come un percorso ad ostacoli: alcuni li superiamo con facilità, altri ci fermano, altri ancora ci inducono a sopravvivere per poter procedere. Non ce ne rendiamo conto nel momento in cui li affrontiamo, ma con la maturità capita di tirare le fila della trama che abbiamo intessuto e osservarne con maggiore oggettività i nodi. Quei nodi che ancora ci legano a dolori del passato, limitando i nostri passi. Slegare quei nodi richiede coraggio e forza di volontà  perchè vi è sempre un prezzo da pagare per poterlo fare e spesso si tratta di una parte disfunzionale che dobbiamo lasciare andare.

Si nasce nudi e così si rinasce. 
Tutto quello che ci portiamo dietro è un cuore che ha conosciuto il dolore, 
ma non vi ha messo radici, 
perchè per sua natura ricerca l'armonia.

Che questo Natale sia per tutti giorno di rinascita.

Tanti cari auguri ai lettori
del
"Ritmo del corpo"

Donatella





giovedì 13 dicembre 2018

FAI UNA COSA PER VOLTA E FALLA BENE

Siamo abituati a fare più cose contemporaneamente. 
Come ci riusciamo? 
Grazie agli automatismi.
Ci siamo trasformati in robot multitasking.

Siamo ancora capaci di fare una sola cosa e farla bene
concentrandoci con totalità su di essa?
Siamo in grado di mantenere un alto livello di attenzione
in modo costante e continuativo?

Ad ognuno la sua risposta
per riflettere sul proprio stato di presenza
prima di giudicare quello degli altri. 

W la consapevolezza.




giovedì 22 novembre 2018

NON MI FIDO DEL MIO CUORE

Non mi fido del mio cuore
perchè so già che soffrirò ...

 Pino Daniele - Dubbi non ho


Non mi fido del mio corpo
perchè so già che soffrirò...

E di chi mi fido allora?


Oggi ascoltavo questa canzone e sono stata colpita dalla frase:

"Non mi fido del mio cuore perchè so già che soffrirò..."

ed è stato naturale pensare al corpo e a quanto sia difficile il suo ascolto consapevole

e il riporre la nostra fiducia in lui.

Se mi guardo intorno vedo grande confusione e smarrimento.

Non c'è più fiducia.

Forse le radici di questa mancanza sono da ricercarsi in noi stessi, prima di tutto.

venerdì 16 novembre 2018

SENTIRE IL CORPO

Spesso si chiede a chi si incontra "Come va?", sottintendendo, in primis, la salute. E spesso la risposta che si riceve è: "Bene e tu?".
Stiamo sempre tutti bene finchè non interviene veramente qualcosa di importante a fermarci.
Stiamo bene se abbiamo un leggero mal di testa, stiamo bene se siamo sfiniti, stiamo bene se abbiamo difficoltà a digerire o ad andare in bagno, stiamo bene se quel fastidioso mal di schiena non molla il tiro. Stiamo bene. E ne siamo pure convinti, d'altra parte chi si ferma è perduto.
E così, a poco a poco, abbiamo perso il contatto con il nostro corpo smettendo di percepirlo. I disagi si accumulano con le stagioni e senza accorgercene ci troviamo ad indossare costume, cappotto, impermeabile, maglioni e t-shirt, gli uni sopra gli altri con indifferente disinvoltura.
Ci siamo abituati a non essere in forma e questa situazione si è trasformata  nella nostra  normalità: acciacco più, acciacco meno, si va avanti. 
Il carico di vestiario che ci portiamo dietro si ingigantisce con il nostro star bene quotidiano e guai a dimenticare qualche capo, ci sentiamo subito a disagio.
Il benessere psicofisico è ormai un ricordo lontano nell’universo dei robot imbottiti.





lunedì 12 novembre 2018

LA LIBERTA' DI MOVIMENTO

La libertà di movimento 
è una conquista preziosa per la nostra realizzazione personale
e il corpo ne è uno specchio preciso.
La nostra rigidità e resistenza 
sono i limiti imposti alla nostra spontaneità.
Le nostre paure ci caricano  di tensione,
così come le nostre fragilità ci rendono insicuri.
La libertà di movimento 
è una conquista preziosa per la nostra realizzazione personale
e richiede tempo e maturazione.
Nasciamo flessibili, spontanei, elastici
e poco per volta lo dimentichiamo
perdendo coerenza con noi stessi.
Pensiero, sentimento e azione 
si disallineano
in un corpo controllato e teso.
La libertà di movimento 
è una conquista preziosa per la nostra realizzazione personale
e il corpo ne è uno specchio preciso.







giovedì 8 novembre 2018

LE CADUTE

Capita a tutti di cadere e farsi male. Inevitabilmente ci si rialza e poco per volta ci si riprende dal dolore. La guarigione del corpo non è mai disgiunta dalla guarigione interiore. 
Le cadute ci fermano e ci mostrano la nostra fragilità: accoglierla e farne un punto di partenza è il primo passo verso il benessere. A volte, però, ci rifiutiamo di accettare la nostra fragilità e altre volte scegliamo di crogiolarci in essa più del dovuto. Il nostro approccio alla caduta farà la differenza.
Affrontare una caduta non è mai semplice, soprattutto se questa caduta non si manifesta a livello fisico, ma attraverso un'esperienza di vita. Possiamo interpretare l'esperienza come un fallimento personale e giudicarci pesantemente (il mondo ci ha dimostrato che non siamo perfetti... e noi che pensavamo il contrario!) o possiamo permetterle di travolgerci emotivamente, sconvolgendoci più del necessario. Oppure possiamo valutare l'esperienza come un semplice passaggio di crescita verso la consapevolezza e imparare da essa.
Dalle cadute ci si può rialzare, ma dipende da noi sceglierlo.




mercoledì 17 ottobre 2018

MI PIEGO MA NON MI SPEZZO

Mi piego, ma non mi spezzo
di fronte alle difficoltà.
Come una canna al vento 
si flette e oscilla sotto la tempesta
il mio corpo
schiva i colpi del destino
offrendomi nuove prospettive di osservazione.
Mi piego, ma non mi spezzo
e imparo l'umiltà, la tolleranza, l'accettazione.
Mi piego, ma non mi spezzo 
perchè conosco il peso del trattenere
e la leggerezza del lasciar andare.
Mi piego, ma non mi spezzo
di fronte alle difficoltà.





giovedì 11 ottobre 2018

IL MIO RITMO E' UN'ALTALENA

Quante volte ci capita di correre come forsennati?
E quante volte ci capita di sentirci così stanchi da non riuscire ad alzarci dal letto?
Un ritmo fuori equilibrio
sottopone il corpo
ad un'altalena di alti e bassi.
Un giorno sto benissimo
e due giorni dopo sono una larva.
Sentirsi dei supereroi
è assai gratificante,
 di rimando fare i conti con la propria umanità
è assai deprimente.
La mente non lascia spazio alla libertà:
 ci spinge a strafare
ignorando i limiti del nostro benessere psicofisico
e poi abbatte il nostro ego come un missile terra-aria
quando molliamo la presa per sfinimento.
Perchè è così difficile essere se stessi
con semplicità?
Perchè è così doloroso riconoscere i propri limiti?
Perchè è tremendamente faticoso lasciar andare le aspettative
che nutriamo su noi stessi?
Perchè ci piace così tanto andare in altalena?
Se lo facciamo per gioco è divertente,
ma se l'oscillazione tra alti e bassi 
diviene uno stile di vita 
il prezzo che paghiamo per mantenerci in movimento
è altissimo.
Eppure scendere dall'altalena
ci fa paura.
Potremmo realizzare le nostre difficoltà a riconoscerci 
al di là delle maschere
che abitualmente indossiamo.






lunedì 8 ottobre 2018

LE TENSIONI NEL CORPO

Capita spesso di sentirsi come una corda d'arco tesa senza freccia da scoccare. La tensione diviene un accumulo di energia potenziale che non potendosi trasformare in energia cinetica genera uno stato di rigidità sempre maggiore. 
Capita spesso di volersi muovere senza aver chiarezza sulla direzione da intraprendere. Sappiamo di dover operare una scelta, ma la confusione blocca l'azione. L'impulso a procedere è tanto forte quanto l'impossibilità di realizzarlo. Il ritmo del corpo si interrompe. Il corpo si carica di tensione e si irrigidisce in una stasi energetica che crea malessere.
Dati certi: corpo in tensione e mente iperattiva.
Cambio di prospettiva: muovi il corpo e pensa meno ;-)



Foto ad uso gratuito (CC0) - Pixabay





martedì 2 ottobre 2018

I PRIMI BRIVIDI AUTUNNALI

L'alba ci accoglie con la sua aria più fresca.
Il cambio di stagione si sente nel corpo.
I primi brividi autunnali
ci preparano alla trasformazione
interiore ed esteriore.
La natura con i suoi colori
saluta l'estate
e il bisogno di raccoglimento si fa strada in noi
aprendo le porte all'ascolto.
Questa lunga estate
ci ha visti seminare, coltivare e raccogliere.
Ora è tempo di integrare le esperienze vissute
lasciando andare ciò che non serve più.



Foto Donatella Coda Zabetta






lunedì 1 ottobre 2018

APRO LE MANI AL LASCIAR ANDARE

Apro le mani al lasciar andare.
Rilasso le braccia e le libero dal trattenere.
Sciolgo le spalle e imparo a stare nel qui e ora
senza aspettative nè obiettivi da raggiungere.
Distendo la schiena
e nel movimento ritrovo flessibilità.
Ascolto le gambe, le ginocchia e i piedi:
nel contatto con la terra ritrovo il mio equilibrio.
Lo sguardo si volge all'interno
e il lasciar andare mi è dolce
nella colorata cornice autunnale.





mercoledì 26 settembre 2018

IL RISPETTO CONFORMISTA SI MATERIALIZZA

Oggi non resisto a trasformare in parole l'immagine che mi è balzata in testa a seguito del post pubblicato sull'altro mio blog e intitolato "RISPETTO CONFORMISTA" (il link di seguito: https://ilcoraggiodiascoltarsi.blogspot.com/2018/09/rispetto-conformista.html).

L'immagine è questa. 

Cammino per strada. Da lontano adocchio una persona che mi sta particolarmente scomoda. La prima reazione è fare finta di non vederla e funziona alla perfezione ... a distanza. Con l'avvicinamento della stessa prende il via la fase due: eclissarsi ... cambiare strada, telefonare, catapultarsi nella borsa alla ricerca dell'oggetto essenziale. A pochi passi dall'incontro il conflitto interiore divampa in tutta la sua ferocia e di colpo alzi la testa, educatamente saluti e, come da schema, il saluto non viene ricambiato. Prende piede la fase fustigativa del "Lo sapevi, sei un idiota, ci sei cascato di nuovo" ed emerge la rabbia rivolta a quel "Saluta" che ti è stato propinato a colazione, pranzo, merenda e cena ininterrottamente per anni. Sbollito il furore ed esaurita la fase del "Non ti meriti altro", il bucaneve rompe il ghiaccio del passato e ritrova i tiepidi raggi del sole. Non tutto è perduto. Il proposito a non ricascarci si erge forte e impetuoso fino a quando non alzi lo sguardo e ti ritrovi la fonte di tutti i tuoi guai davanti per la seconda volta senza comprendere bene come ciò sia potuto accadere. Non esiste la ricaduta, la guardi di sfuggita, abbassi lo sguardo e trattieni il saluto trasformandoti in un'aragosta (rossa e ben protetta). Il soldatino di piombo al tuo confronto è un principiante: il fuoco interiore divampa trattenuto da rigidità e tensione e non un fiato può trovar modo di esprimersi. Ce l'hai fatta. Non hai salutato. Ti senti maleducato come non mai, ma un barlume di leggerezza inonda l'essere. Forse, dico forse, hai fatto la cosa giusta per te. Il giudizio familiare ti piomba addosso come un falchetto a riportarti a terra e a soffocare la gioia della vittoria. Dopo un attimo di smarrimento parte dal cuore il "vfc" (intraducibile) cosmico e la pacca sulla spalla: hai fatto bene. In tutto questo film l'altra persona non si è neppure accorta della tua esistenza, ma questo non conta. Il primo passo è stato fatto.
Una settimana dopo la situazione si ripete e i miglioramenti sono evidenti: l'aragosta si trasforma in granchio (non arrossisci più e riesci ad alzare lo sguardo senza salutare! Evvvaaaaiiii!) e non ce n'è per nessuno. L'autostima si fortifica e con il tempo riesci a  trasformarti in un leprotto (la paura di non farcela c'è sempre, ma sotto controllo) finchè una bella e maestosa aquila si mangia il leprotto e sei libero di volare alto e guardare alla situazione da un'altra prospettiva.
Essere un'aquila non è affatto male, te lo meriti e gongoli della  condizione raggiunta, finchè non ti cattura un falconiere e comprendi che sei pronto per un nuovo passaggio.
Ma questa è tutta un'altra storia.


Foto Donatella Coda Zabetta






giovedì 20 settembre 2018

UN CORPO IN EVOLUZIONE

Il mio corpo cambia con me:
si irrigidisce
con la mia immobilità,
si scioglie
con il mio movimento.
Il mio corpo cambia con me:
si appesantisce con il mio trattenere,
si alleggerisce con il mio lasciar andare.
Il mio corpo cambia con me:
sostiene le mie galoppate,
 mi ferma quando i ritmi divengono insostenibili.
Il mio corpo cambia con me:
con la mia crescita,
con le mie scelte,
con le mie attenzioni verso di lui.
Il mio corpo cambia con me:
specchia i miei disagi
e mi aiuta a elaborali.
Il mio corpo cambia con me
ed io cambio con lui.








giovedì 13 settembre 2018

IL CORPO HA BISOGNO DI ATTENZIONI

Spesso siamo così centrati sugli impegni da portare a termine, sulle relazioni e su tutto ciò che ci circonda da sottoporre il nostro corpo a sforzi logoranti e continuativi. Avvertiamo con disappunto un'atavica stanchezza e la viviamo come un intralcio alla nostra efficienza.  
Costringiamo il nostro corpo a soffrire in silenzio, esaurendone, giorno dopo giorno, le energie. 
Il corpo, dal canto suo, emette segnali forti e chiari (mal di testa, mal di stomaco, sonnolenza o insonnia, dolori...), ma finchè possiamo permettercelo li ignoriamo, costringendolo a urlare più forte per fermarci.
Il corpo ha bisogno di attenzione, cura, coccole, riposo, esercizio e corretta alimentazione su base regolare, altrimenti si ammala. 
Non ci sogneremmo mai di usare una macchina con il serbatoio vuoto, ma siamo convinti di poterlo fare con il nostro corpo. Beata inconsapevolezza.

Oggi propongo la giornata delle coccole. Il tempo per attività piacevoli e riposo è d'obbligo.






giovedì 23 agosto 2018

UN CORPO IN MOVIMENTO

Le tensioni e le rigidità si sciolgono in un corpo in movimento.
Quando il nostro corpo si blocca
manifesta  una stasi energetica che ha radici nel nostro stare al mondo.
Quando il nostro corpo si blocca
non vogliamo vedere, sentire o fare qualcosa.
Quando il nostro corpo si blocca
ci rende consapevoli del disagio che ci appartiene.
Muovere il corpo
ci aiuta a essere più flessibili di fronte alle difficoltà,
ci aiuta a non arenarci, ad affrontare il dolore.
Le tensioni e le rigidità si sciolgono in un corpo in movimento.









giovedì 19 luglio 2018

IL CORPO SI MUOVE

Ogni gesto che compiamo è al tempo stesso una creazione e una rappresentazione
di chi siamo e delle scelte che compiamo.
Osservando i nostri gesti e i nostri movimenti
possiamo imparare a conoscerci in profondità.
Molti gesti sono automatismi che nel corso del tempo
sono entrati a far parte della nostra rigidità.
Altri gesti sono immediate reazioni al nostro sentire.
Solo alcuni gesti sono diretti dalla consapevolezza.
Ogni gesto che manifestiamo ci appartiene.
Fanno parte di noi sia l'abitudine sia la reazione emotiva sia l'azione consapevole.
Dobbiamo attraversare la selva dei pensieri incontrollati,
il labirinto degli automatismi
e il fiume dell'emotività
per imparare a muoverci con consapevolezza.

propongo un lavoro individuale di questo tipo.




giovedì 12 luglio 2018

IL RIGIDO "COLLETTO"

C'era una volta un rigido colletto
che non voleva vedere altro che se stesso.
Dritto e impettito
il colletto 
sosteneva uno sguardo critico
a scandagliare la linea retta avanti a sè.
Il colletto
era inconsapevole della sua rigidità,
ma un bel giorno
una piuma lo sfiorò di lato
e lui, incuriosito, non fu in grado di voltarsi
per scoprire la radice di una percezione così desueta.
Il colletto si innervosì
e si irrigidì ulteriormente,
 riducendo ancor di più
la sua capacità di movimento.
Il tempo passò e il "colletto" si pietrificò.
Quando guardo quella strana statua
con una piuma delicatamente appoggiata sul capo,
sorrido,
alla leggerezza.







sabato 23 giugno 2018

IL CORPO TI PARLA

Ascoltami,
sono il tuo corpo.
So bene che vorresti che, 
silenziosamente,
rispondessi alle tue richieste,
ma, a volte, non ti muovi verso il benessere
e io te lo ricordo.
Per farlo posso fermarti,
urlare il mio disagio,
ammutinarmi.
Tu ti arrabbi, 
divieni insofferente:
lo so bene e lo comprendo.
Per questo accolgo le tue frustrazioni
e mi faccio carico del tuo dolore.
Ascoltami,
sono il tuo corpo.
Viaggiamo insieme da tempo,
tu ed io,
rappresento il tuo cuore,
non dimenticarmi mai.






lunedì 18 giugno 2018

LA RETE INVISIBILE DELLE RELAZIONI

Provate ad immaginare una ragnatela universale che collega attraverso fili leggeri il nostro mondo a quello di chi ci circonda. Ogni azione del singolo vibra sull'insieme.
Ora provate ad immaginare di camminare su uno dei fili di quella grande ragnatela: stare in equilibrio non è semplice, scegliere quale snodo percorrere neanche. Eppure ogni passo determina chi siamo, il percorso che decidiamo di seguire e gli incontri lungo il cammino.
Nasciamo al centro di una ragnatela più piccola: essa può apparirci come un nido sicuro o una gabbia dorata. Allontanarsi dalla ragnatela di origine può richiedere tempo e coraggio, ma se vogliamo scoprire chi siamo  dovremo inevitabilmente creare la nostra ragnatela intessendo i fili delle nostre scelte. I legami con i fili a cui siamo legati rimarrano invisibili sempre con noi: a volte ci tratterranno, altre volte ci doneranno la forza di proseguire, ma non possiamo ignorarli senza perdere consapevolezza. Ogni filo ha un significato profondo nella nostra vita perchè stimola in noi la trasformazione. Ci saranno sempre fili che ci appariranno essenziali e altri che ci sembreranno vincolanti: la percezione dipenderà dal nostro modo di osservarli e viverli.
Quando la consapevolezza che i  fili  che noi stessi decideremo di tessere saranno gli unici a fare la differenza nel nostro percorso, saremo liberi di essere creatori del disegno universale a cui apparteniamo.





martedì 12 giugno 2018

LA RABBIA NEL CORPO

Immaginate di avere un fuoco al vostro interno e di attizzarlo continuamente. La pelle e gli occhi si arrossano, la testa pulsa, il cuore accelera, il respiro si fa molto superficiale con momenti di apnea e il  corpo impiega tutte le sue energie per riportare equilibrio. In tutta questa confusione, la mente allaga il sentire e trasforma il disagio fisico in legna da ardere: il fuoco divampa e mantenere il controllo diviene impossibile. L'incendio esplode tutto intorno incenerendo ogni cosa o implode autodistruggendo il sistema (il corpo si ammala).
Questo è quanto accade dentro di noi quando siamo arrabbiati e ci identifichiamo con la rabbia.
Ci trasformiamo in draghi sputafuoco o ci annientiamo da soli, mandando in tilt il nostro organismo.
Cosa accade, invece, quando  proviamo rabbia e abbiamo la consapevolezza di non identificarci con essa?
Osserviamo il fuoco al nostro interno e portiamo l'attenzione al corpo (terra) per contenerlo. Percepiamo la tensione e cerchiamo di scioglierla, rallentiamo e approfondiamo  il respiro per calmare il cuore e manteniamo l'attenzione sul corpo per limitare il dilagare di pensieri incendiari.
Il fuoco crea energia e non possiamo pensare di spegnerlo e basta al riparo dalle conseguenze (frustrazione, rabbia repressa, tristezza). 
Possiamo trasformare l'energia del fuoco in energia creativa con il movimento (con la danza o il giardinaggio, ad esempio) o con attività di nostro gradimento (pittura, scrittura, cucina). 
Questa capacità trasformativa si acquisisce con pazienza e disciplina: le prime volte non sarà semplice fare qualcosa con la rabbia che ci brucia, ma il lavoro sul corpo sarà un primo passo che ci farà stare meglio evitandoci situazioni di cui poi potremmo rammaricarci in seguito. 
Con calma impareremo a contenere il calore e saremo pronti  a trasformare il disagio in benessere e gratificazione con il movimento o dedicandoci a ciò che ci piace.










lunedì 4 giugno 2018

INVECCHIARE CON IL PROPRIO CORPO

Quando ci guardiamo allo specchio, l'immagine che esso ci rimanda può scatenare in noi emozioni e sensazioni molto diverse. Ci sono giorni in cui ci vediamo in forma, giorni in cui ci sentiamo degli zerbini usati, altri in cui siamo ipercritici verso noi stessi e ogni piccola imperfezione ci appare gigante, altri in cui ci vediamo perfino belli. 
Osservando il nostro sguardo possiamo riconoscerci e sentirci a casa oppure scorgervi emozioni così intense (tristezza, rabbia ...) da destabilizzarci.  A volte possiamo guardarci e vivere un senso di estraneità nei confronti di quegli occhi che pur appartenendoci ci appaiono così lontani.
Eppure siamo sempre noi: a fare la differenza è come ci osserviamo.
Se siamo di cattivo umore o arrabbiati tutto sarà in salita. Se viviamo male il fatto di invecchiare ogni piccola ruga si trasformerà in una valle di lacrime. Se siamo in salute, il tempo è bello e le cose girano per il verso giusto sapremo anche passare sopra alle occhiaie e trovare carino quel tocco di  vissuto che rende affascinante il nostro splendido viso.
E' buffo se ci pensate. 
Immaginiamo un'intera parure di occhiali dalle lenti colorate: ogni mattina ci alziamo, scegliamo un paio di occhiali e la nostra giornata sarà rosa, azzurro cielo, marrone, nera ... 
E proprio mentre noi indosseremo le lenti colorate, il nostro corpo sospirerà consapevole del lamento più o meno serrato della giornata. Il cuore gli darà una pacca sulla spalla e sorridendo ammiccherà alla mente che fa le flessioni per prepararsi a sparare a zero sulla crocerossa.
Considerando che le lenti chiare sono rare e fuori moda, non possiamo lamentarci se il nostro corpo ogni tanto si prende una vacanza e si ammala. 

"Convivere con dei brontoloni lamentosi non è semplice  e alla distanza è inevitabile portarne i segni." Firmato il tuo corpo.




mercoledì 30 maggio 2018

L'ANARCHIA DEL CORPO

Proviamo a immaginare
un corpo in anarchia.
La testa tra le nuvole 
insegue il sogno dell'illusione,
mentre la gamba sinistra va a sinistra,
 la gamba destra va a destra,
e i fianchi tengono a dura forza la posizione.
Lo stomaco è in subbuglio,
l'intestino è agitato,
il cuore, chiuso in una gabbia, batte a rilento.
Il braccio destro insegue l'indice puntato,
 il braccio sinistro scherma i colpi di ritorno
e le spalle curve subiscono in silenzio.
Il collo irrigidito 
sostiene uno sguardo allucinato
mentre la bocca parla, parla e non si ferma più
tanto che le orecchie hanno smesso di ascoltare.
Proviamo a immaginare 
un corpo in anarchia.
E ora guardiamo al mondo che ci circonda.
Siamo in grado di definire dove finisce l'uno e inizia l'altro?








martedì 22 maggio 2018

L'IMPERFEZIONE

Il nostro corpo è unico
e nell'unicità manifesta la sua ricchezza.
Di fronte al nostro corpo
spesso siamo critici
per la tendenza a voler corrispondere ad un ideale di bellezza conforme.
Di fronte alle nostre fragilità e paure
spesso siamo critici
per la tendenza a voler corrispondere ad un'immagine di successo
dettata dalle mode.
Fuggiamo l'essere
per ricercare l'apparire
e viviamo con sofferenza il nostro dono più grande:
l'unicità.
Manifestiamo disagio di fronte alla diversità
attraverso comportamenti iperattivi di compensazione
e un approccio giudicante
che come uno specchio
ci rimanda 
la mancata accettazione della nostra imperfezione.
Il nostro corpo, il nostro modo di essere, di sentire, di pensare, di agire,
NOI 
siamo unici
e nell'unicità manifestiamo la nostra ricchezza.




giovedì 17 maggio 2018

STARE NEL DOLORE


Quando ci si dispone all'ascolto del proprio corpo in silenzio e senza aspettative, le tensioni latenti si manifestano e la sofferenza della mente trova spazio nella fisicità. Un momento prima il corpo sta bene e quando ci apriamo ad esso mostra segnali precisi.

Impara a stare nel dolore
senza rifiutarlo o fuggirlo.
Impara ad ascoltare il corpo
e la sua sofferenza.
Respira profondamente 
e accogli il sentire,
la fragilità che esso racchiude
è parte di te.
Una parte mai curata ed esplorata,
per paura.
Non aver timore di percepirne la forza,
non aver paura di perdere l'equilibrio illusorio
che hai costruito su fondamenta di sabbia.
Accogli il vuoto che quella parte non integrata ha creato
e poco per volta riempilo di consapevolezza.
La tensione si scioglie
in un cuore che batte in armonia con il corpo.







giovedì 10 maggio 2018

LE PARTI DI ME

Quante parti compongono il mio corpo.
Sono in armonia tra loro?
Sono in grado di dialogare e cooperare?
L'equilibrio è nella totalità.
La gioia è  manifestazione di armonia.
Il dolore è  mancanza di armonia.
L'indifferenza è inconsapevolezza.
Osserva, ascolta, accogli le tue parti
così che la loro energia possa integrarsi.






lunedì 7 maggio 2018

LA VITA E LA MORTE

"Occorre ripristinare una cultura che non si ponga, rispetto alla morte, in un rapporto di semplice opposizione, che non la percepisca solo come la massima patologia del corpo, ma anche come un'esperienza di trasformazione dell'anima, e che non cerchi di negarla, sentendola solo come fine, ma la valuti anche, simbolicamente, come inizio. La società in cui l'iniziazione aveva un ruolo istituzionale era anche una società in cui la morte aveva un posto ufficiale. Queste due condizioni sono venute a mancare, non a caso, contemporaneamente."

Luigi Zoja, Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza, Raffaello Cortina, Milano 1985


Queste parole di Zoja sono un importante spunto di riflessione. In una società in cui è scomparso il concetto di limite, il senso di inadeguatezza e di inibizione hanno invaso le nostre vite.
Pensiamo alla malattia del corpo e al nostro approccio quasi sempre diretto a ricercare una cura efficace e immediata. Raramente ci soffermiamo a cercare di capire cosa la malattia ci segnala, così come spesso restiamo indifferenti ai bisogni fisiologici del nostro corpo (riposo, alimentazione corretta...) come se avessimo paura di riconoscere la nostra umana fragilità in una società che persegue la perfezione al di là di ogni limite. 



Foto Donatella Coda Zabetta
"La Pietà" di Michelangelo



venerdì 27 aprile 2018

AVVICINARSI

Avvicinarsi a se stessi
attraverso il proprio corpo:
percepirne le tensioni,
le rigidità,
i bisogni.
Avvicinarsi a se stessi
grazie al proprio corpo
ascoltando il suo linguaggio silenzioso.
Avvicinarsi a se stessi
per scoprire ogni giorno 
la propria fragile umanità.
Avvicinarsi a se stessi
per ritornare con umiltà alla radice di tutte le cose
e guardare con meraviglia
questo nostro viaggio chiamato vita.



Foto Donatella Coda Zabetta



lunedì 23 aprile 2018

STANCHEZZA

Quando il corpo è stanco l'intero organismo ne risente.
I pensieri si fanno più confusi
e la quotidianità è più faticosa.
Quando il corpo è stanco non trascurarlo.
Nulla è più importante del riposo.

Quando il corpo è stanco puoi continuare a correre, prendere decisioni, agire.
Nulla ti è vietato
fino a quando il tuo corpo non sarà troppo stanco
anche di te.

www.ildiamantearcobaleno.com

Foto di cottonbro da Pexels




martedì 27 marzo 2018

PROSPETTIVE

Alza lo sguardo e l'orizzonte sembra sconfinato.
Guarda di fronte a te, a sinistra o a destra:
puoi vedere un fiore,
una chiesetta,
delle case,
il lago, un'isola.
Guarda i tuoi piedi
e osserva
il contatto con la terra,
il tuo equilibrio.
Guarda dietro le tue spalle ciò che hai visto:
quante cose hai osservato
alcune le ricordi
altre le hai dimenticate.
Tante immagini 
determinano il tuo passato
e vincoleranno il tuo presente
se dimenticherai di alzare lo sguardo
e cambiare prospettiva.



Foto Donatella Coda Zabetta
Lago Maggiore - Isola Madre




domenica 25 marzo 2018

SIEDITI E RESPIRA

E' primavera.
La luminosità aumenta, 
i colori si fanno brillanti,
l'aria è più tiepida
e la natura si risveglia.
Siediti e respira
la rinascita.

Come mai per tante persone è così difficile respirare in primavera? 
Il risveglio della natura è accolto con allergie, asma, occhi che bruciano, naso che cola, gola irritata ... 
Perchè il corpo reagisce al dispiegarsi della vita con tanta fatica?
L'immobilità dell'inverno lascia spazio al movimento, alla crescita, al germogliare dei semi.
Perchè il corpo vive con sofferenza il cambiamento di ritmo? Quali sono le difficoltà che mi appaiono così insormontabili da fermarmi nel disagio per non affrontarle?







giovedì 22 marzo 2018

COME FUNZIONI?

Ti sei mai chiesto come funzioni? 
Come funziona il tuo corpo?  Come funziona la tua mente?
Come funzioni quando sei solo?
Sei teso o rilassato?
Come funzioni quando ti relazioni?
Sei aperto o in chiusura?
Come funzioni di fronte ad una scelta?
Sei deciso o insicuro?
Come funzioni quando ti innamori?
E quando sei arrabbiato?
E quando sei stanco?
Come funzioni quando hai riposato bene?
E quando fai le cose che ti piacciono?
E quando fai le cose che non ti piacciono?
Come funzioni quando vorresti fuggire lontano?
E come funzioni quando ti senti bloccato?

Il tuo funzionamento definisce il modo in cui vivi:
è un specchio fedele delle tue dinamiche mentali, delle tue paure,
della tua forza interiore.
Il tuo funzionamento sei tu nel mondo.

Ti sei mai chiesto come funzioni?




sabato 17 marzo 2018

PRESENTAZIONE AL FESTIVAL DELL'ORIENTE DI TORINO

Venerdì 23 Marzo 2018 
SALA 1 
al Festival dell'Oriente di Torino: 

alle 15,00 con Paola Neyroz 
"Scrittura e immaginazione nel pensiero di Baba Bedi"
l'ascolto e l'espressione di sè. 

alle 16,00 con Donatella Coda Zabetta

"In movimento dal coraggio di ascoltarsi al ritmo del corpo"
quando l'esperienza segna la via verso la consapevolezza:
ascolto, osservazione e apertura nel vivere la quotidianità.


martedì 13 marzo 2018

RITORNARE AL CENTRO

Quando viviamo uno stato di disagio o preoccupazione, naturalmente tendiamo a dirigere la nostra attenzione all'esterno focalizzandoci su qualcosa che sembra alleviare la nostra pesantezza.
Immaginate un cerchio il cui centro siamo noi: l'ampiezza della circonferenza rappresenta simbolicamente l'energia a nostra disposizione. In uno stato di benessere la nostra circonferenza è in equilibrio tra lo stare e il movimento (contrazione ed espansione). Quando la circonferenza amplia il suo raggio oltre lo stato di equilibrio, l'energia a nostra disposizione si disperde su una superficie più grande e per forza di cose diminuisce la quantità di energia presente nel centro. Questo spiega perchè la dispersione dell'energia all'esterno sottrarrà forza alla nostra interiorità e la scelta di cercare sollievo al di fuori di noi stessi sarà supportata dalla nostra mente, ma risulterà un tentativo illusorio. Se siamo a disagio o bloccati, abbiamo bisogno di tutta la nostra energia nel centro per prendere consapevolezza di quanto ci sta accadendo ed elaborarlo: questo presuppone una riduzione della circonferenza e non la sua espansione. Può accadere che la nostra circonferenza si riduca al centro della stessa, dandoci l'impressione di essere finiti in un buco nero semplicemente perchè siamo immersi totalmente nella visione della nostra ombra e ne siamo fagocitati. A questo punto è importante ricordarsi che il centro di noi stessi ha radici in terra e in cielo e che esse ci aiuteranno a illuminare l'ombra. 
In che modo? Non perdendo il contatto con la realtà inseguendo sogni a occhi aperti e mantenendo viva la fiducia che si tratta semplicemente di un passaggio del nostro cammino evolutivo. Se siamo al buio, siamo a buon punto (esattamente il contrario di quello che ci sembra di vivere!). Bisogna cadere per potersi rialzare ad un livello più consapevole. 
Quando questa presa di coscienza avviene con uno sforzo di volontà teso ad oggettivare la situazione, prende forma il primo passo verso la rinascita e si verifica una nuova fase di espansione della circonferenza per raggiungere l'equilibrio. Un equilibrio maggiore di quello che avevamo precedentemente in quanto specchierà l'aumento della nostra consapevolezza. 
Benvenuta primavera!





martedì 6 marzo 2018

MI STO TRASFORMANDO IN UN GHIRO

Vi è mai capitato di passare un periodo di sonno perenne? 
Di quelli in cui la mattina devi fare uno sforzo epocale per alzarti dal letto?
Di quelli in cui la giornata procede a rilento tra uno sbadiglio e l'altro? 
Di quelli in cui appena mangi ti sale l'abbiocco e riusciresti senza problemi a dormire in piedi?
Per non parlare del dopo cena ... alle 21 sei uno zombie che cammina 
e cedi impotente a Morfeo?

Bene, sicuramente il corpo ti sta inviando un messaggio forte e chiaro: Sei stanco.
Che si tratti di stanchezza fisica o piscologica poco importa: hai bisogno di dormire.
Hai bisogno di dormire per recuperare le energie oppure hai bisogno di dormire perchè ti stai obbligando a fare cose che non vuoi fare e il tuo corpo te lo segnala entrando in sciopero letargico?
Il corpo è lo specchio del cuore e a volte corpo e mente non vanno d'amore e d'accordo. 
I bisogni fisiologici sono prioritari per il corpo, ma non sempre lo sono per la mente, spesso adombrata da bisogni che celano il soddisfacimento di aspettative e desideri.

La domanda nasce spontanea: per quale ragione ti stai trasformando in un ghiro?







mercoledì 28 febbraio 2018

MI SI E' BLOCCATO IL COLLO

Non è raro con questo freddo sentire persone lamentarsi per il torcicollo,  la cervicalgia o la sinusite.
Vi siete mai chiesti come mai in alcuni momenti della vita ci ammaliamo più facilmente, mentre in altri resistiamo in salute nonostante le condizioni meteo più rigide?
A fare la differenza è il nostro stato psico-fisico.
Una condizione di equilibrio messa a dura prova, resiste agli eventi esterni se mantiene il centro pur permettendo una certa flessibilità, ragion per cui, se viviamo un periodo abbastanza sereno, le nostre energie risentiranno meno dell'effetto di agenti patogeni esterni. Se al contrario siamo tesi e preoccupati, la rigidità del tempo si sommerà alla nostra rigidità interna, allontanandoci dallo stato di equilibrio e facendo oscillare la nostra bilancia in direzione di un solo piatto. Questo disequilibrio aprirà le porte al disagio.  La malattia fisica evidenzia, quindi, qualcosa che ci appartiene e che ha radici ben più profonde di un banale colpo di freddo.
Abbiamo il collo bloccato? Stiamo guardando sempre nella stessa direzione. Questo può accadere, ad esempio, di fronte ad un problema che ci angustia. 
Abbiamo mal di testa? Pensiamo troppo e la nostra energia si è bloccata tutta nella testa!
Siamo tesi e irrigiditi? Provate a piegare un ramo secco senza romperlo se ci riuscite. 
Come guarire? Impariamo a essere più flessibili. 




lunedì 19 febbraio 2018

ARRAMPICATA LIBERA

Avete presente la fatica fisica e psicologica accumulata per arrampicarsi su una scoscesa parete di roccia? 
A volte la fatica è tanta da rallentare la salita, a volte ci porta ad abbandonarla. Altre volte la fatica è sopportabile e raggiungere la cima è alla nostra portata.
In entrambi i casi ci ritroviamo ad osservare la scarpata, che sia dall'alto o dal basso, mentre il corpo rilascia la tensione e la fatica psicologica si annulla abbandonando la concentrazione sul percorso.
Raggiungere la cima può farci sentire felici e realizzati, mentre il dovervi rinunciare può farci sentire inadeguati e arrabbiati. Si tratta semplicemente di emozioni. Emozioni importanti, che ci aiutano a guardare al percorso fatto con consapevolezza.
Spesso di fronte a un fallimento cerchiamo un significato agli eventi, in quanto esso non è racchiuso nella realizzazione dell'obiettivo che ci eravamo prefissati.
I fallimenti sono passaggi eccezionali per la nostra crescita: ci mostrano le nostre fragilità permettendoci di accoglierle, ci aiutano a focalizzare meglio cosa è in nostro potere realizzare, ci donano l'umiltà per rimetterci in gioco, ci riportano al centro di noi stessi. (Tutto questo accade, ovviamente, solo nel caso in cui non ci fossilizziamo davanti alla scarpata a piangerci addosso come vittime sacrificali di un destino crudele.)
Ci possiamo domandare come mai abbiamo sentito l'esigenza di scalare la scarpata o cosa ci ha spinto a scegliere proprio quella scarpata.  Ci possiamo domandare come mai ci sono mancate le forze di fronte ad essa e perchè era così importante raggiungere la cima. Ci possiamo domandare cosa abbiamo provato durante la scalata e come ci siamo sentiti durante la discesa.
Tante domande possono sorgere spontanee quando ci apriamo al sentire. Tante saranno le risposte che ci daremo e ci aiuteranno a conoscerci meglio.
Tutto questo grazie a una scarpata e al nostro fallimento di fronte ad essa.
Il percorso verso la consapevolezza si dispiega ai nostri occhi sotto infinite forme: a fare la differenza è la nostra apertura ad accoglierne i segnali.
Che l'apertura accompagni i vostri passi e che sia un buon giorno nella consapevolezza!