domenica 25 giugno 2017

NON APPARTENENZA

Osservo e ascolto il mio corpo.
Se focalizzo l'attenzione sulla mancanza di legami
fatico a definire la mia personalità:
crolla l'immagine di chi pensavo essere.
Se mi concentro sull'assenza di limiti
prende forma la mia libertà.
Chi sono?
Sono le mie scelte, le mie esperienze, il mio manifestarmi giorno per giorno.
Sono un corpo in movimento,
 un cuore che batte
 e danza il fluire della vita.



venerdì 23 giugno 2017

IMMOBILITA'

Nell'aridità di un fuoco fuori controllo
l'elemento acqua riporta armonia
affinchè la terra non diventi sterile.
La mente divampa:
rigidità e tensioni invadono il corpo
nell'immobilità degli estremismi.
L'elemento terra colma il sentire
soffocando il cuore
e seccando le sorgenti.
Dove giace il confine della vita?






mercoledì 21 giugno 2017

FUGGIRE DAL CORPO O CON IL CORPO?

Come percepisci il tuo corpo?
Fedele alleato o nemico?

Raramente poniamo attenzione alla percezione che ci unisce alla fisicità. Il corpo è spesso vissuto come un mezzo e come tale sottoposto alle aspettative che noi stessi viviamo come prioritarie (un corpo rispondente a canoni estetici o atletico o come barriera di protezione ...). Questo atteggiamento ci allontana dai naturali bisogni fisiologici che il corpo esprime e di conseguenza dal contatto con esso.
Con la perdita del contatto con il corpo, la mente acquisisce sempre più potere (per via del mancato filtro corporeo) ed indirizza il sentire e l'agire lungo i binari dell'abitudine e degli schemi educativi e sociali che hanno caratterizzato la nostra crescita e determinano il nostro modo di osservare il mondo. Quando il corpo viene sopraffatto dalle richieste e diviene incapace a soddisfarle tutte, si ammala, inducendoci a vedere nel suo disagio un ammutinamento a nostro danno. 
Il distacco, maturato dall'allontanamento dal corpo, ci fa vivere la malattia come ostacolo al soddisfacimento dei bisogni che la mente ha focalizzato come fonte di benessere. Il disagio deve, quindi, essere risolto nel minor tempo possibile. Questa impostazione mentale acuisce ancora di più il divario con la fisicità e costringe il corpo ad urlare in modo più importante il suo malessere (e la malattia si aggrava).
L'inconsapevolezza ci indurrà a giudicare il corpo come un nemico da sottomettere e la mente, che  prenderà il controllo della situazione, studierà sempre nuove strategie di guarigione tese a eliminare il problema.
Vi è, però, un particolare di cui raramente teniamo conto: il corpo è parte di noi e, agendo in questo modo, aggrediamo noi stessi.
Gente strana noi umani dall'animo guerrigliero. (www.ildiamantearcobaleno.com)



domenica 18 giugno 2017

I BISOGNI DEL CORPO

Rispettare i bisogni fisiologici del corpo per stare bene con se stessi e con gli altri è fondamentale. Nonostante questa consapevolezza, spesso, trascuriamo di ascoltare i nostri bisogni.
Come mai questo accade? Forse, perchè, poco alla volta, abbiamo smesso di percepirli.
Non ci siamo riposati pur essendo estremamente stanchi, non abbiamo bevuto pur avendo sete, abbiamo continuato a mangiare pur avvertendo un senso di sazietà, non siamo andati in bagno a seguito dello stimolo a farlo. Questi comportamenti hanno mandato in tilt il nostro organismo innalzandone la resistenza e generando insonnia, obesità, stitichezza. Non soddisfatti, abbiamo provveduto ad annullare i disagi chimicamente o sottoponendoci a diete ferree seguite da abbuffate epocali. 
Abbiamo dimenticato come si sta bene. Siamo sempre affaticati, stressati e nervosi. 
Cosa si può fare a questo punto? Staccare la spina della 220  e dedicare tempo al riposo e all'ascolto di noi stessi. Il percorso inverso, teso a ricreare l'equilibrio, richiede pazienza e disciplina, ma vale la pena imparare a ritrovarrsi e smettere di allontanarsi sempre più dalla propria natura. Per il nostro bene, perchè ci rispettiamo, ci amiamo e ci meritiamo il benessere psico-fisico. 
Gente strana noi umani dell'era tecnologica.

Vignetta di Massimo Cavezzali




mercoledì 7 giugno 2017

EVVIVA I RACCOGLIMENTI PENSOSI

Estratto da "APOLOGIA DEL TAOISMO" di Giuseppe Tucci:

"Perchè l'uomo possa ribellarsi al giogo della tradizione e alla coercizione della consuetudine, a quel mondo di credenze cui fin da bambino lo abituarono i suoi nonni ed i suoi genitori, che ha sentito ripetere da maestri e da amici per anni ed anni, occorre possieda non soltanto doti di spirito non comuni, ma anche quell'abitudine alla riflessione, che soprattutto si determina straniandosi dagli uomini. Fino a che la nostra attività è assorbita tutta, o quasi tutta, da preoccupazioni contingenti e materiali, non avremo mai possibilità e tempo di permetterci quei raccoglimenti pensosi attraverso cui acquistiamo migliore coscienza di noi stessi e più chiara nozione della nostra propria pesonalità."


Evviva i raccoglimenti pensosi del "nosce te ipsum".

lunedì 5 giugno 2017