Si può condividere solo ciò che si sperimenta in se stessi.
Dopo aver vissuto personalmente un'esperienza ne conosco i limiti, le difficoltà, le potenzialità, i rischi, le illusioni mentali, le percezioni corporee e il loro significato nell'ambito di un lavoro consapevole e, quindi, ho sviluppato l'empatia necessaria alla condivisione.
La condivisione deve basarsi sulla semplicità, sulla consapevolezza e sull'umiltà per poter essere costruttiva per entrambe le parti: chi condivide impara tanto quanto l'altro in un percorso comune e questo non deve mai essere dimenticato. Donando si riceve.
La stesura de "
IL RITMO DEL CORPO" si è basata su questi presupposti, offrendo al lettore gli strumenti per fare esperienza.
Spesso in presentazione mi viene richiesto come sia possibile affrontare un percorso di qi gong daoyin da soli senza il supporto di un insegnante.
IL RITMO DEL CORPO non rappresenta un corso di qi gong daoyin tradizionale, ma trae spunto da questa pratica orientale per proporre un movimento consapevole che supporti il contatto con il proprio corpo e ne favorisca la conoscenza.
E' impossibile ascoltare e sentire nello stesso tempo e per questa semplice motivazione un corso di qi gong daoyin tradizionale rappresenta un insegnamento in cui l'insieme dei partecipanti è accompagnato dallo stesso flusso di energia: il seguire il proprio ritmo individuale non è possibile in quanto creerebbe separazione. Nell'ambito di un corso di qi gong daoyin si ascoltano le indicazioni del Maestro e si segue ciò che è evidente, ciò che viene detto: il sentire individuale è silente in quanto la concentrazione è volta all'esterno.
L'essenziale può essere sperimentato solo nell'intimità di un lavoro personale che sviluppi la propria visione dell'esercizio e la metta in pratica attraverso il sentire.
Questo approccio evidenzia un'altra domanda che mi viene spesso rivolta in presentazione: "Come posso vedere e correggere i miei errori se sono solo?"
Se partiamo dal presupposto che l'esperienza è sempre fonte di insegnamento, non vi è nulla da accettare o rifiutare, come non vi è alcun obiettivo da raggiungere. L'esperienza stessa è il viaggio e, nell'ascolto del proprio corpo, il sentire diventa guida. Più entriamo in armonia con noi stessi ed il movimento del corpo trova un ritmo a lui congeniale, più l'esperienza sarà fonte di benessere e gioia.
Spesso affrontiamo le esperienze diretti dalla memoria o da concetti, conoscenze, indicazioni: questo ci rende ingombranti e inconsapevoli.
La via proposta dal
IL RITMO DEL CORPO è una via di cui non sapete nulla affinchè l'unico funzionamento possibile sia restare aperti e disponibili all'esperienza. Proprio in questa apertura, la conoscenza appresa lascia spazio ad una sensibilità più profonda che ci corrisponda intimamente e ci guidi nel lavoro.
Un lavoro che parte dalla nostra interiorità e non dall'esterno, inizialmente può spaventare e farci sentire persi. Se questo accade, diviene quanto mai importante ritrovarsi.
Il corpo è lo strumento ideale in grado di accompagnarci nel meraviglioso viaggio alla scoperta di noi stessi.