lunedì 8 marzo 2021

IL CORAGGIO DI ESSERE LEILA

Da quando ho iniziato la stesura di "Leila una storia come tante" ho letto tanti libri che parlavano di violenza sulle donne, di diritti delle donne, di invisibilità delle donne. E sto continuando a leggere saggi e ricerche scientifiche su questo argomento, instancabilmente e con immensa fatica. Non lo nascondo: di fronte ai numeri che quantificano la violenza sotto stimandola perché spesso gli episodi di violenza non vengono denunciati, mi sale una tristezza cosmica che diviene ancora più devastante quando leggo delle difficoltà nel mettere in atto azioni di tutela nei confronti delle vittime.

Ho lavorato a fondo sul mio femminile e ho avuto l'opportunità di farlo anche in gruppi di donne.  Anni di stereotipi di genere hanno segnato percorsi difficili da abbandonare e lasciato ferite profonde. C'è un gran lavoro di auto consapevolezza da portare avanti sia da parte femminile sia da parte maschile per tornare in equilibrio. Si tratta di un passaggio individuale che richiede grande coraggio e strenua volontà. Rimettere in discussione le proprie convinzioni e imboccare vie desuete per percorrerle in solitudine non è mai facile. Ed è innegabile che la società non sia ancora pronta ad accogliere una trasformazione di questo tipo.

Però un piccolo seme sta germogliando proprio a Biella, la mia città d'origine. Gli uomini della compagnia teatrale "Teatrando", hanno dato vita al flash mob "Uomini in scarpe rosse" mettendosi in gioco e agendo attivamente al fianco delle donne vittime di violenza. Questa iniziativa mi ha commosso e ha sciolto un bel cumulo della mia tristezza. Ritengo essenziale un'azione concreta  da parte maschile.

Oggi, in questo giorno così particolare, istituito a seguito dell'evento in cui perirono 129 donne a causa dell'incendio della Triangle Shirwaist Company di New York il 25 Marzo 1911, non posso che augurarmi che sempre più persone trovino il coraggio di essere Leila.

Dal dolore si può rinascere e Leila segna una strada al femminile in direzione dell'equilibrio. 

Gli "Uomini in scarpe rosse" hanno intrapreso una strada al maschile in direzione dell'equilibrio, trovando il coraggio di essere Leila e di indossare le sue scarpe.

Nuove vie si stanno manifestando. Nuove comprensioni e nuove prese di coscienza. 

Per tre lune cammineremo insieme fino al centro.

Donatella Coda Zabetta






sabato 6 marzo 2021

I CINQUE SENSI

 Proseguendo la riflessione postata con CI SIAMO PERSI, non ho potuto fare a meno di meditare sulla nostra umanità.
Ci siamo incarnati in un corpo che vive e si relaziona grazie all'utilizzo dei cinque sensi: vista, udito, gusto, olfatto e tatto.
Abbiamo smesso di vedere e di ascoltare da tempo per la nostra attitudine a chiuderci in noi stessi. Il Covid-19 da parte sua ha annullato gusto e olfatto e per cercare di controllare il virus, a nostra volta, abbiamo limitato, se non annullato i contatti diretti con l'altro.
Cosa rimane della nostra umanità? 
Non stupisce il fatto che depersonalizzazione  e deresponsabilizzazione caratterizzino il presente.
Possiamo a buon diritto definirci robotici.
L'altro non è più uno sguardo, un profumo, un dialogo, un sapore e un contatto che ci apre alla ricchezza dell'universo, così come noi stessi abbiamo smesso di esserlo.
Abbiamo rinunciato alla vita per sopravvivere: e questa consapevolezza risulta ancora più evidente nella sofferenza dei più giovani, bambini e adolescenti, in cui la vita preme per esprimersi e manifestarsi.
La paura della morte ha invaso la sfera della vita immobilizzandola.
I pensieri fluiscono senza limiti e mi inducono a riflettere sulla mancanza di equilibrio che sta coinvolgendo il mondo intero.
Un disequilibrio che si radica nella mancanza di consapevolezza e nell'estremizzazione del materialismo e dei bisogni, che fa della sopravvivenza del corpo robotico l'unica ragion di vita. 
Guardo il grande larice in cerca di risposte. Il cielo grigio lo incornicia e il vento ne sferza i rami che oscillano e dondolano: in quel movimento ritrovo la vita e la sua energia. Non si tratta di strenua resistenza, ma di un fluire naturale con l'elemento aria. Mi è capitato spesso di trovare rami spezzati a terra a causa del vento forte, ma il grande larice è ben radicato e ha saputo farvi fronte.
Le nostre radici sono in grado di mantenerci in vita? Siamo in equilibrio? 
La centratura nasce da un incontro di forze all'interno di noi: alto/basso, destra/sinistra, avanti/dietro; è facile perdere l'equilibrio quando il centro si sposta dal quel punto di incontro: Noi ci siamo abituati a fissare quel punto all'esterno con le inevitabili conseguenze che questo comporta: femminicidi, suicidi, depressione, inconsapevolezza...
Tutta la nostra esperienza si basa sull'identificazione. L'identificazione è la malattia spirituale più grave.
Osho ha scritto: "Vivi nel mondo, ma non lasciare che il mondo entri in te."
Che queste poche parole siano seme di meditazione per ciascuno di noi.

                                                             Donatella Coda Zabetta