sabato 6 marzo 2021

I CINQUE SENSI

 Proseguendo la riflessione postata con CI SIAMO PERSI, non ho potuto fare a meno di meditare sulla nostra umanità.
Ci siamo incarnati in un corpo che vive e si relaziona grazie all'utilizzo dei cinque sensi: vista, udito, gusto, olfatto e tatto.
Abbiamo smesso di vedere e di ascoltare da tempo per la nostra attitudine a chiuderci in noi stessi. Il Covid-19 da parte sua ha annullato gusto e olfatto e per cercare di controllare il virus, a nostra volta, abbiamo limitato, se non annullato i contatti diretti con l'altro.
Cosa rimane della nostra umanità? 
Non stupisce il fatto che depersonalizzazione  e deresponsabilizzazione caratterizzino il presente.
Possiamo a buon diritto definirci robotici.
L'altro non è più uno sguardo, un profumo, un dialogo, un sapore e un contatto che ci apre alla ricchezza dell'universo, così come noi stessi abbiamo smesso di esserlo.
Abbiamo rinunciato alla vita per sopravvivere: e questa consapevolezza risulta ancora più evidente nella sofferenza dei più giovani, bambini e adolescenti, in cui la vita preme per esprimersi e manifestarsi.
La paura della morte ha invaso la sfera della vita immobilizzandola.
I pensieri fluiscono senza limiti e mi inducono a riflettere sulla mancanza di equilibrio che sta coinvolgendo il mondo intero.
Un disequilibrio che si radica nella mancanza di consapevolezza e nell'estremizzazione del materialismo e dei bisogni, che fa della sopravvivenza del corpo robotico l'unica ragion di vita. 
Guardo il grande larice in cerca di risposte. Il cielo grigio lo incornicia e il vento ne sferza i rami che oscillano e dondolano: in quel movimento ritrovo la vita e la sua energia. Non si tratta di strenua resistenza, ma di un fluire naturale con l'elemento aria. Mi è capitato spesso di trovare rami spezzati a terra a causa del vento forte, ma il grande larice è ben radicato e ha saputo farvi fronte.
Le nostre radici sono in grado di mantenerci in vita? Siamo in equilibrio? 
La centratura nasce da un incontro di forze all'interno di noi: alto/basso, destra/sinistra, avanti/dietro; è facile perdere l'equilibrio quando il centro si sposta dal quel punto di incontro: Noi ci siamo abituati a fissare quel punto all'esterno con le inevitabili conseguenze che questo comporta: femminicidi, suicidi, depressione, inconsapevolezza...
Tutta la nostra esperienza si basa sull'identificazione. L'identificazione è la malattia spirituale più grave.
Osho ha scritto: "Vivi nel mondo, ma non lasciare che il mondo entri in te."
Che queste poche parole siano seme di meditazione per ciascuno di noi.

                                                             Donatella Coda Zabetta






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