giovedì 30 giugno 2016

MENS SANA IN CORPORE SANO

Estratto da AMORE E ORGASMO di Alexander Lowen:

La presenza di tensioni muscolari croniche è un segno concreto, palapabile e dimostrabile di un disturbo organico. Non si può sostenere che il disturbo esiste ad un livello e non a un altro, che sia limitato al livello fisico e non a quello psicologico. Un corpo sano è vivo e vibrante. Una persona sana ha lineamenti armoniosi, espressione gradevole, carnagione colorita, occhi vivaci. I muscoli sono rilassati, e il corpo è quindi morbido ed elastico. Benchè questi elementi siano soggetti a valutazioni soggettive, sono almeno visibili.

Giovenale affermava che l'uomo dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell'anima e la salute del corpo. 
Le tensioni che caratterizzano i nostri corpi dovrebbero farci riflettere sulla rigidità delle nostre menti.
I ritmi frenetici a cui siamo abituati, le attività anaerobiche o gli sport spinti all'eccesso non lasciano spazio all'ascolto e incrementano sempre più la nostra inflessibilità.
Solo quando ci avviciniamo ad attività che facilitano l'ascolto diveniamo consapevoli del nostro stato psico-fisico e siamo tenuti a farci i conti.
Possiamo cercare di fuggire da noi stessi, ma prima o poi dovremo arrenderci all'evidenza che non è possibile farlo. Possiamo rifiutare la situazione od ignorarla, ma la vita al momento giusto ci presenterà il conto e potrebbe risultare troppo esoso per le nostre tasche.



lunedì 27 giugno 2016

LA LEGGEREZZA DEL CORPO

Dopo aver provato tanto dolore e sofferenza, si teme di non riuscire più a recuperare le energie immobilizzate per lungo tempo. Poi arriva un giorno, un giorno speciale, in cui ti guardi indietro e rivedi in quel dolore i pesi che hai lasciato andare, in quella sofferenza i sensi di colpa e le paure che dovevano essere trascesi. E ascolti il corpo e percepisci una leggerezza sconosciuta e la gioia del cuore inonda l'essere per aprirsi alla meraviglia della vita.


mercoledì 22 giugno 2016

NON ESISTE ALCUN LUOGO DOVE ANDARE

Mi guardo intorno e osservo le infinite possibilità di movimento del mio corpo.
Scelgo di stare e ascoltarmi.
Immediatamente prende spazio la tensione al movimento.
La trasformo in raccoglimento e scopro il disagio che la dirige.
Provo a immergermi in quella tensione, in quella rigidità che mi induce a scappare.
Mi apro alla sua comprensione:
il dolore non scompare con un movimento inconsapevole.
Disperdere energie non mi porterà a nulla.
Scelgo di stare e ascoltarmi.
Quando prendo coscienza del blocco
inizio a muovermi dolcemente per scioglierlo.
Le infinite possibilità  diventano una:
il respiro del movimento, il movimento respira.


Ne IL RITMO DEL CORPO  ci si muove con consapevolezza.




martedì 21 giugno 2016

ASCOLTA IL CORPO

Ascolta il corpo
aprendoti ad esso e ai suoi segnali.
Accogli le sue tensioni e rigidità
e scioglile con il movimento
respirando profondamente.
Ascolta il corpo
la meraviglia della sua spontaneità
la semplicità dei suoi messaggi
il battito del suo ritmo.
Ascolta il corpo
trova il tuo centro
e leva lo sguardo al cielo.



mercoledì 15 giugno 2016

CAMMINA NEL SOLE

Cammina nel cuore
quando l'ombra si fa scura.
La sua luce illuminerà il percorso 
e i tuoi passi ti condurranno al di là del buio.
Resta nel cuore 
quanto tutto intorno crolla.
La sua luce ti donerà equilibrio.
Vivi nel cuore
quando l'odio e la rabbia  invadono la terra.
La sua luce sarà l'amore
che il cuore da sempre custodisce.

Dipinto di Marc Chagall


venerdì 10 giugno 2016

IL RITMO DEL CORPO A SONDRIO

Sabato 11 giugno 2016
alle ore 17,00
alla LIBRERIA IL FARO
via Trieste 78
a Sondrio

Donatella & Emilio
vi aspettano
per condividere un movimento di cuore


IL TRADIMENTO DEL CORPO

Estratto da "Il tradimento del corpo" di Lowen:

"Ci sono due modi di reagire a una situazione in cui non siamo disposti ad accettare il corpo. Il primo è di "spegnere" il corpo, di ritirarsi nel proprio guscio, e ridurre le proprie attività. Il secondo è di ritirarsi verso l'alto, di mettersi al di sopra del corpo con un'identificazione esagerata con l'io e la volontà."



Interessante questa riflessione di Lowen. Viviamo nel materialismo più sfrenato e paradossalmente perdiamo sempre più spesso il contatto con il nostro corpo. 
Vi prestiamo una cura esagerata, trasformandolo secondo i dettami della moda e non accogliendolo nella sua naturalezza o al contrario lo rifiutiamo rifuggendo in una spiritualità che non lo comprende.
In entrambi i casi non vi prestiamo ascolto. Lo diamo per scontato, ignorando i suoi segnali fino al momento in cui ci ammaliamo gravemente. A quel punto, ci sentiamo anche in diritto di arrabbiarci con lui.
Mi piace identificare il corpo con il cuore. La via più semplice e diretta alla radice di noi stessi. Un alleato prezioso nel lavoro verso la consapevolezza. Il corpo è, infatti, lo specchio fedele del nostro sentire e del nostro agire. Possiamo illuderci di aver superato un problema, ma se la nostra quotidianità ce lo ripresenta e il nostro corpo si irrigidisce, dobbiamo lavorarci ulteriormente. Solo quando il corpo sta bene ed è rilassato, siamo pronti per aprirci alle dimensioni sottili. Farlo prima sarebbe prematuro, in quanto manca consapevolezza. Il corpo è lo strumento migliore per fare esperienza e acquisire quelle radici così importanti per potersi elevare senza rischiare di perdersi.

martedì 7 giugno 2016

IL PASSATO NEL CORPO

Estratto da "Bioenergetica" di Alexander Lowen:

"La crescita è un processo naturale; non possiamo costringerla a verificarsi. La sua legge è comune a tutti gli esseri viventi. Un albero, ad esempio, cresce verso l'alto solo se le sue radici scendono sempre più in profondità nella terra. Impariamo studiando il passato. Allo stesso modo una persona può crescere solo rafforzando le proprie radici nel suo stesso passato. E il passato di una persona è il suo corpo."


Questo estratto di Lowen è magnifico. Offre spunti di riflessione per ore intere di meditazione.
Innanzi tutto ci porta a riflettere sulla crescita e sulla sua spontaneità. Non c'è nulla che possiamo fare per accelerarla o farla procedere più velocemente. Richiede pazienza. Il tempo necessario al nostro corpo di elaborare, assimilare e ritrovare un nuovo equilibrio. Ad ognuno il suo. Possiamo restare aperti al lavoro, certo, e questo atteggiamento ci permetterà di svolgerlo con continuità, ma non eviterà comunque periodi di stasi e di blocco. Che dovranno essere accettati di buon grado. Lasciar andare ferite profonde e dolore richiede tempo.
L'estratto introduce poi un tema a me molto caro, a cui dedico uno spazio importante nel libro "Il coraggio di ascoltarsi": le radici. L'accettazione di ciò che siamo. Del nostro passato. Del nostro corpo. 
Il corpo è un alleato nel lavoro consapevole: ci rimanda con estrema semplicità il nostro stato. Tensioni, rigidità, apnea, batticuore ... sono segnali importanti. 
Dopo aver affrontato un problema personale, impariamo ad ascoltarci: se il nostro corpo è a pezzi, significa che ci siamo ancora dentro fino al collo (rigido ovviamente a forza di sostenere una testa stracolma di pensieri ;-)) e non l'abbiamo trasceso. Solo quando il corpo ci rimanderà una situazione di rilassamento, leggerezza e benessere l'avremo elaborato e lasciato andare veramente! 

domenica 5 giugno 2016

ALLINEARSI A SE STESSI

Da cosa si comincia?
Dall'ascolto del corpo. Sempre che non sia congelato ;-)
Il corpo, infatti, è molto diretto nei suoi segnali.
Se il nostro ritmo è troppo frenetico, la stanchezza ci indica di fermarci.
Se ci costringiamo a fare qualcosa controvoglia, il nostro stomaco ci ricorda che non ci stiamo muovendo verso una direzione di benessere.
Il corpo non si adegua alle aspettative, all'educazione, all'immagine. E' schietto. Quest'azione è in linea con il tuo sentire e ti fa star bene, quest'altra no e ti crea disagio.
Se siamo confusi, il corpo è il miglior strumento per produrre chiarezza.
Il problema è che spesso non vogliamo questa chiarezza. Non ci piace ammettere con noi stessi che stiamo facendo un sacco di cose in modo forzato, che questo atteggiamento non ci stare bene, ma che non vogliamo rinunciare a percorrere l'abitudine.
E così  congeliamo il corpo. Lo mettiamo in silenzioso, come fosse un telefonino da utilizzare alla bisogna, dimenticando quanto esso sia il nostro più prezioso alleato di vita. 
Non è strano che quando riaccendiamo il corpo (arrivando in vacanza), esso tenda ad ammalarsi e a far emergere tutti i disagi accumulati nel periodo della glaciazione? 
L'ibernazione, infatti, non elimina i problemi, ma li accumula e ci allontana sempre più da chi siamo veramente, da noi stessi.
Attivare lo scongelamento non è semplice e la primavera e l'estate che tardano ad arrivare sono solo uno specchio della realtà. Ecco perchè tanta acqua a sciogliere la rigidità dei nostri schemi mentali e a svelare gradatamente le nostre illusioni. 
I veli cadono lasciandoci stanchi, perplessi, increduli ... ma è proprio dal coraggio di rimettersi in discussione che si rinasce a nuova vita.



SEGUI IL CUORE O LA MENTE?

Estratto da "Lieh Tzu" - traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini:

"Un uomo aveva perso la sua ascia e sospettò il figlio del vicino.
Osservò la condotta del ragazzo: il suo modo di camminare, l'espressione del viso, il linguggio,
tutto indicava chiaramente che il ragazzo aveva rubato l'ascia.
Tutti i suoi movimenti, tutti i suoi atteggiamenti erano quelli di un ladro di asce.
Poco dopo, scavando in giardino, l'uomo ritrovò la sua ascia.
Quel giorno, quando tornò a vedere il figlio del vicino,
nulla del comportamento o degli atteggiamenti del ragazzo suggeriva che 
avrebbe mai potuto rubare un'ascia."

"...(questi) frammmenti illustrano come l'inquinamento delle passioni e delle proiezioni possa frapporre un velo fra noi e la realtà e condizionare il mondo che vediamo. Deliziosa, in questo senso, la storia del contadino che ha perso la sua ascia e sospetta il figlio del vicino."


Alzi la mano chi non è mai incappato in tali pensieri. Quante volte, ritrovandoci in situazioni spiacevoli, ne abbiamo addebitato la causa a chi ci era vicino e non abbiamo saputo accoglierne la responsabilità? Siamo stati travolti dalle circostanze e sulla scia dei nostri preconcetti siamo saliti in cattedra a puntare il dito contro qualcuno? 
Rimanere incagliati nei meandri della mente è perdersi nelle proprie debolezze. 
Rimanere aperti al flusso degli eventi è seguire il cuore.

A seguire  dal volume "Lieh Tsu":

"Quando avrai imparato a riconoscere le conseguenze si potrà dire che sai conservare la tua integrità."
dice Huzi nel racconto a seguire. "Per favore parlami del riconoscere le conseguenze" chiede Liezi.
"Voltati a guardare la tua ombra e capirai." risponde Huzi.
L'incurvarsi e il raddrizzarsi del corpo fa incurvare e raddrizzare l'ombra: tali azioni dipendono dal corpo, non dall'ombra. Riconoscere le conseguenze ci porta a saperne gestire le cause.

"Guan Yin disse a Liezi: "Se le tue parole sono belle, la loro eco è bella; se le tue parole sono brutte, la loro eco è brutta. Se il corpo è lungo, così è la sua ombra; se il corpo è corto, così è la sua ombra. La fama è come un'eco, le azioni sono come un'ombra. Perciò si dice: Fai attenzione alle tue parole, perchè così sarà la tua fama; fai attenzione alle tue azioni, perchè saranno imitate."

Se il sole è in verticale sopra il nostro corpo ad illuninare parole, pensieri ed azioni, la nostra ombra farà parte di noi, ma sarà diretta dal cuore.

venerdì 3 giugno 2016

CONOSCENZA

Il piede calpesta solo una piccola parte del suolo; 
ma è grazie all'esistenza del suolo non calpestato
che si può camminare sulla vasta terra.
La conoscenza di un essere umano è limitata;
ma è grazie all'ignoto che può conoscere
quello che chiamiamo cielo

(Zhuang zi)

giovedì 2 giugno 2016

IMPARARE A STARE

Avete mai provato a stare fermi in posizione eretta a piedi uniti per qualche minuto o seduti nella stessa posizione senza percepire il bisogno di adattare la postura o muovervi?
Questo accade perchè difficilmente quando scegliamo di stare lo facciamo integrando corpo e mente.
Il corpo inizialmente si adatta, ma il continuo divagare della mente ben presto lo rende irrequieto.
Imparare a stare è un passo importante. Provate ad ascoltare il corpo e a focalizzare il punto fisico dove prende forma il bisogno di muoversi: a questo punto utilizzate il respiro per rilassarlo. Magari dilazionerete solo di pochi minuti il movimento, ma con l'esercizio il tempo dello stare si dilaterà. Se riuscirete a rimanere centrati sul respiro la mente mollerà il tiro, altrimenti vi accorgerete ben presto che il disagio si sposterà velocemente in un altro punto del corpo per indurvi a cambiare posizione.
Questo semplice esercizio specchierà molto bene la vostra capacità di stare di fronte ai problemi e all'insorgere delle emozioni nella quotidianità. Cosa accade se non sono in grado di stare?
Trasformo l'energia necessaria alla consapevolezza in movimento e la dirigo all'esterno, disperdendola. Questo atteggiamento scarica in qualche modo la tensione emotiva, ma non la risolve.
Impariamo a stare, a calarci nel problema senza incagliarci in esso: impariamo a trasformare il carico emotivo in consapevolezza e conseguente chiarezza d'intento. A quel punto il movimento o la scelta di stare saranno intenzionali e non dispersivi.





CORPO E MENTE

Quando si inizia a lavorare su di sé, è quasi impossibile non porsi la domanda : "Chi sono?" e realizzare quanto sia difficile rispondervi.
Ci si rende conto di quanto sia facile essere talmente assorbiti dall'azione esteriore, dall'organizzazione della quotidianità da rischiare di identificarsi con essa. Si perde il contatto tra mente e corpo e ci si comporta per la maggior parte del tempo come degli automi. La mente è iperattiva e il corpo subisce passivamente le sue direttive. Non vi è integrazione. 
Nel corpo c'è tutto, ma è difficile rendersene conto. Solo quando ci si rilassa, con l'intento di ascoltarsi, si diviene consapevoli delle tante tensioni presenti. Imparando a immergersi in quelle tensioni, si inizia a comprendere qualcosa in più di quello che si è veramente. Generalmente si è così proiettati verso  il raggiungimento di un risultato, da dimenticarsi di sé stessi. 
In fondo, l'ego non è che l'energia del Sè che ha intrapreso una direzione parziale, focalizzandosi sulla ricerca del benessere materiale o presunto tale, invece che sulla totalità dell'essere. 
Per trasformare questa attitudine è necessario morire alle proprie abitudini, ai propri schemi mentali e alle aspettative che caratterizzano la vita. E' necessario che corpo e mente divengano due energie integrate e questo può avvenire solo se si lascia che sia il cuore a indicare la via. Il cuore non segue i binari prefissati dell'educazione, delle norme sociali, ma manifesta la libertà di essere in armonia con il proprio sentire innanzi a tutto, con gli altri e con il mondo. La mente vive molto male questa libertà al di fuori delle regole e non si metterà facilmente al servizio del cuore,  creando sofferenza. Le giustificazioni si sprecheranno per indurci a tornare a comportarci secondo abitudine e sarà necessario uno sforzo attivo per cambiare le cose. Questo sforzo sarà determinato dall'ego, ma non deve sfociare nella manipolazione. Per questo deve essere intrapreso con sensibilità e senso di sacrificio: per realizzare il momento in cui è necessario lasciarlo andare. Il punto di passaggio è sottile: ci può essere troppo sforzo (manipolazione) o troppo poco (pigrizia). Il corpo sarà uno strumento prezioso per donarci la consapevolezza necessaria a procedere nella graduale riscoperta di chi siamo veramente, manifestando con la presenza di tensioni il comando della mente.