domenica 29 settembre 2019

LA FACCIA DEL MONDO

Oggi posto alcuni estratti dal libro di James Hillman "La forza del carattere" edito da Adelphi.
Volutamente non li commenterò.

"Il mondo vive allo scopo di sviluppare le linee sulla sua faccia" ha detto Hulme. Ripeto sulla sua faccia. Non sono soltanto gli esseri umani a possedere una faccia: noi non ne abbiamo l'esclusiva. La luna ha occhi, naso, bocca, vediamo facce nelle nuvole, profili nelle rocce, occhi che guardano dai tronchi degli alberi, dalle carote, dalle patate... Le case esibiscono facciate e superfici come la pelle; si guardano in faccia ai due lati della strada. Gli antichi egizi immaginavano il cielo come una faccia immensa, con il sole e la luna per occhi. I navaho dicono che c'è sempre qualcosa che ci osserva.
Se non riusciamo più a immaginare che "gli oggetti ricambiano il nostro sguardo", ecco che dalle cose intorno a noi non scaturisce alcuna sfida morale, alcun fascino. Gli oggetti non sono più interlocutori di un dialogo di una relazione Io-Tu. Quando l'anima del mondo ha perduto la faccia, noi vediamo cose invece che immagini. E le cose ci chiedono soltanto di essere possedute e usate, nient'altro.
Gli ambientalisti non parlano mai della faccia perduta del mondo. Non diversamente dai loro oppositori - i latifondisti, gli sfruttatori e gli operatori immobiliari -, leggono il mondo secondo i propri desideri. Sostenibilità, conservazione e restauro sono nobili programmi, ma chi comanda è sempre l'uomo e il mondo è soltanto la palestra in cui attuare i nostri piani. L'ambientalismo dovrebbe invece leggere le linee sulla faccia del mondo per cogliervi il suo carattere, dovrebbe studiare come si sviluppa e provare una stretta al cuore vedendo come è indifeso.
L'attenzione, e soltanto l'attenzione, può rallentare l'azione. Infatti, gli studi sull'ambiente sono lenti a formulare conclusioni. Non esistono metodi di lettura rapida delle linee sulla faccia del mondo. Ciascun pezzetto richiede l'attenzione assidua del ritrattista, del paesaggista. I quali leggono le rughe e leggono tra le righe."

"Se la faccia è il luogo in cui ha inizio l'etica della società, che cosa accade alla società quando la faccia che invecchia è modificata chirurgicamente e repressa dalla cosmesi e il suo carattere accumulato è falsificato? Quale danno etico si produce quando le facce invecchiate hanno scarsa visibilità? O quando esposte alla pubblica vista sono soltanto le facce depilate, truccate e rese telegeniche per garantire un prodotto? Oppure quelle non ritoccate che appaiono abbastanza miserande da commuovercisi sopra per un po'? ....
La mia faccia è l'Altro per tutti gli altri. Se non mostra più la sua vulnerabilità assoluta, allora le ragioni della pietas, l'esigenza di sincerità, la richiesta di risposte, sulle quali poggia la coesione sociale, hanno perduto la loro sorgente originaria."





mercoledì 18 settembre 2019

LA RIVOLUZIONE DEL CORPO

Non è difficile incontrare persone che lamentano dolori, disagi e umori altalenanti. 
Non è difficile incontrare persone che si trascinano all'interno di un'esistenza che non li soddisfa 
per abitudine o per paura.
Non è difficile incontrare persone demotivate, stanche, frustrate.
Il corpo è uno specchio fedele di questo generalizzato malessere.
Il corpo è il manifesto conclamato di questo generalizzato malessere.
Il corpo è il rivoluzionario ribelle in grado di urlare il suo disagio ai quattro venti 
per farsi sentire da chi,
 troppo impegnato a correre dietro alla propria vita, 
si è dimenticato di se stesso.
Stiamo male?
Bene. Per il nostro bene.
Continuiamo a far finta di niente?
Staremo sempre peggio,
finchè anche la mente vacillerà di fronte al dolore
e innalzerà bandiera bianca.
Nel blocco del corpo risiede la scelta.
La sopravvivenza a cui ci siamo abituati ormai da tempo
sta divenendo insostenibile.
Di fronte all'instabilità della natura
l'uomo,
barricato dietro alle sue certezze,
assiste attonito alla sua impotenza.
Solo un atto di umiltà
e un'apertura alla trasformazione 
lo renderanno libero dai castelli di cemento 
che ha costruito intorno a sè con indefessa inconsapevolezza.




martedì 10 settembre 2019

LA SINDROME DA NEGAZIONE

"Ciao, come stai?"
"Bene, grazie."

Osservo la persona che mi sta innanzi. Ha le spalle contratte e quella sinistra leggermente più bassa della destra. Il collo è leggermente inclinato a compensazione verso destra. Le gambe non stanno ferme e alternano l'appoggio da un piede all'altro segnalando un'irrequietezza di fondo e una postura scomposta. Le braccia si muovono continuamente, ma senza scioltezza: sembrano trattanute, come le dita delle mani contratte. Il suo viso mostra una mascella in tensione, l'incarnato è pallido come le labbra. Quel "bene grazie" acquisisce ai miei occhi una nota stonata. Non vi leggo la volontà intenzionale di celare un malessere, quanto  una mancanza di contatto con il proprio corpo.
Considerando che il nostro cervello è un integratore di stimoli corporei, interni e ambientali, intuisco non abbia sufficienti dati per portare alla coscienza lo stato di disagio.
Sì, perchè il corpo è importante: è il nostro prezioso intermediario tra esterno e interno. E' il corpo a filtrare le informazioni per primo e a determinare le attività della mente.
Purtroppo sempre più spesso mi accorgo di quanto il corpo ci sia diventato estraneo.
Credo sia questa l'origine di tanta inconsapevolezza e incoerenza.
Se mi dissocio dal corpo faccio fatica a non sottostare ai dettami di una mente fuori controllo e perdersi nel labirinto delle sue illusioni è un attimo. 
E' possibile tutto e il contrario di tutto. Quando dissociamo lo stare bene dal benessere corporeo, strettamente legato ai bisogni fisiologici indispensabili ad un corretto funzionamento dell'organismo, perdiamo capacità di discernimento e contatto con la realtà. Ci immergiamo in un mondo virtuale che prende forma dai nostri desideri e dalle nostre aspettative e cerca di integrarsi con i mondi virtuali con cui veniamo in contatto. La massa genera il conformismo e la forza del gruppo. Un gruppo di automi scollegati e autoinstallati dal sistema delle mode. Ahimè.