lunedì 30 maggio 2016

EQUILIBRIO

"La prima cosa di cui un guaritore deve preoccuparsi,
quando cura un paziente,
è di dargli equilibrio."

Hazrat Inayat Khan



A volte si leggono frasi che allagano il cuore di gioia. La mia prima intuizione, quando ho iniziato a lavorare con Emilio e i gruppi di qi gong daoyin sul corpo è stata proprio quella di focalizzare l'attenzione sull'equilibrio. Un equilibrio statico, prima di tutto, ricercato con un appoggio uniforme sui due piedi dapprima allineati e distanziati e poi uniti tra loro, e a seguire un equilibrio dinamico, continuamente perseguito nel movimento ponendo attenzione allo scarico del baricentro corporeo centralmente all'appoggio dei piedi. 
Il percorso proposto ne "IL RITMO DEL CORPO " è centrato su un ascolto consapevole del corpo che porti a svelarne gli automatismi e le compensazioni, le rigidità e i disequilibri. Attraverso un'azione consapevole agita sul corpo è possibile recuperare quell'equilibrio interiore e quella chiarezza d'intento così deficitaria al giorno d'oggi.
L'equilibrio è la cosa più difficile da mantenere nella quotidianità. 
Esercitiamoci, dunque, con l'aiuto del corpo a mantenere l'equilibrio: stando seduti, in piedi, camminando, incrociando le gambe, lavorando ... ! Ricordiamoci sempre di distribuire il peso del corpo in parti uguali tra tutte le sue parti. Prestiamo particolare attenzione al corpo quando proviamo emozioni come la rabbia, la tristezza, l'invidia e impariamo a non lasciarcene travolgere riportando equilibrio e flessibilità all'interno di esso.
Questo lavoro sembra semplice, ma presuppone una capacità di ascolto che si può acquisire solamente con l'esperienza e l'esercizio  in condizioni protette (quando cioè non siamo alterati e siamo predisposti ad un lavoro consapevole con tempo a disposizione e voglia di applicarci): "Il ritmo del corpo" segna un sentiero tra i tanti che possono essere percorsi per chi avrà voglia di mettersi in gioco e investire energie nella creazione del proprio benessere psico-fisico.

domenica 29 maggio 2016

TONO, RITMO, MALATTIA

Estratto da "LA CURA DELLA SALUTE Principi terapeutici dei sufi" di Hazrat Inayat Khan:

La malattia è una disarmonia, fisica e mentale - e l'una agisce sull'altra.
Cosa provoca questa disarmonia?
La mancanza di tono e di ritmo.
Come si può interpretare ciò in termini fisici?
Prana, la vita o l'energia, è il tono;
la circolazione, la regolarità è il ritmo:
regolarità delle pulsazioni della testa, del polso e della circolazione del sangue nelle vene.


Poche parole per riflettere profondamente. Il benessere si manifesta quando il tono sul piano fisico (la mancanza di energia è debolezza) si integra con il ritmo della mente scandito da pensieri armoniosi. E' la disarmonia la radice della malattia, in quanto un corpo disarmonico è un ricettacolo di influenze disarmoniche. Basti pensare ad un corpo che manca di salute e alla sua predisposizione alle malattie. Nella quotidianità stessa possiamo notare quanto la debolezza fisica e una vita irregolare aumentino le possibilità di ammalarsi. Allo stesso modo, se coltiviamo sempre pensieri disarmonici, avremo la tendenza ad indignarci per poco, nutrendo continuamente in noi stessi i semi dell'irritazione. Quando riusciamo ad essere in armonia con il cibo che mangiamo, con l'ambiente e le persone che frequentiamo, con il clima e la natura, la nostra salute sarà forte. Se al contrario, tendiamo a essere sempre in lotta con il mondo che ci circonda, vivremo nel disordine e nella malattia.

venerdì 27 maggio 2016

OSSERVA TE STESSO

Estratto da "Lettere di un Rosacroce" di Franz Hartmann:

Osserva te stesso e potrai scorgere un mondo a cui manca la luce. Fai sorgere la luce al tuo interno, sbarazzati di tutto ciò che è inutile e riconoscerai quanto può essere elevata la dignità umana, la più alta di tutte le altre creature, che può padroneggiare su se stesso, la Natura e gli elementi.
Nell'uomo stesso sono contenute tutte le forze occulte; non gli manca più nulla quando ha ritrovato se stesso, poiché egli stesso è il tutto. Egli è come un singolo nel tutto, ma è pure uno col tutto, poiché l'intero non è diviso.
Anche l'uomo non si deve dividere, ma alleggerirsi, studiare il suo corpo, ricercare la sua anima, trovare in sè la luce, poiché la luce è vita, la vita è il tutto e il tutto è spirito.
Dove è spirito, là vi è Dio; dove è Dio, là vi è la verità e la verità è uno specchio in cui tutto può essere riconosciuto.
"Non cercarmi all'esterno!" - dice la verità - "Cercami nell'interno. Io sono la forza nel tuo interno, che può sollevarti."
Gli uomini che vivono all'esterno non vogliono riconoscere che sono in errore.
Ognuno vuole soltanto godere il frutto, che è cresciuto nel giardino di un altro, ma nulla produrre da sè.
Non stendere la mano alla falsa apparenza; solo la verità sia la vostra luce e in questa cercate di formarvi.


"Anche l'uomo non si deve dividere, ma alleggerirsi, studiare il suo corpo, ricercare la sua anima, trovare in sè la luce, poiché la luce è vita, la vita è il tutto e il tutto è spirito."
Questa riflessione è splendida. L'uomo non si deve dividere, ma accogliere la sua natura nella sua totalità di materia e spirito; studiare il suo corpo affinché l'ascolto sia di supporto ad un lavoro consapevole su se stessi filtrando il mentale; alleggerirsi, aumentando la sua frequenza vibrazionale, ponendo la mente al servizio del cuore; ricercare la sua anima attraverso un profondo passaggio di accettazione di sè; trovare in sé la luce riconoscendola nel suo cuore. 
La luce è vita e una vita vissuta con il cuore è semplicemente la manifestazione della nostra  natura spirituale in un corpo fisico. 

martedì 24 maggio 2016

E L'AVVENTURA CONTINUA ...

Emilio ed io stiamo procedendo spediti a presentare "IL RITMO DEL CORPO Muoversi con consapevolezza" nelle librerie. L'esperienza ha modellato le parole rendendole più incisive e dissipato i dubbi. 
Promuovere un lavoro sul corpo, strettamente legato ad un lavoro di consapevolezza, non è semplice, in quanto preusuppone un coinvolgimento attivo del lettore, il suo mettersi in gioco. Non tutti sono disposti ad accogliere un invito di questo genere. Nel mondo delle parole e dei corpi modellati disgregare gli schemi è opera dura.
Eppure Emilio ed io abbiamo creduto in questo progetto di ricerca fin da subito, osservandone gli sviluppi e riscoprendo il valore dell'esperienza individuale come via all'autoanalisi. 
L'impatto con il pubblico ci ha fatto vacillare e comprendere quanto il proporre qualcosa di così innovativo sia un percorso tutto in salita. Non abbiamo mollato il tiro e abbiamo investito ancora più energia nel progetto, rimettendoci in discussione a nostra volta, calibrando meglio il nostro approccio e rendendo preziosa la centratura acquisita in tanti anni di meditazione e qi gong daoyin.
"La fine di un percorso è un nuovo inizio" si intitola l'ultimo capitolo del nostro libro ed è proprio quello che stiamo vivendo con l'avventura delle presentazioni. 
La profondità della ricerca svolta si interiorizza grazie alla condivisione, ai dubbi, agli sguardi perplessi, alla curiosità, alla voglia di provare, alla fiducia dei lettori de "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" e ci rende sempre più centrati nel proporre qualcosa in cui crediamo intimamente.
Come ogni inizio che si rispetti richiede più energia di quanta ne rimandi, ma il viaggio è anche questo: chiarezza d'intento e pensiero positivo a mille.
Noi conosciamo i benefici del lavoro fatto e l'imparare a parlare ai cuori di chi ci ascolta è il nostro percorso. Un percorso a volte faticoso, ma sempre fonte di grande gioia e realizzazione.

Grazie di cuore a tutti coloro che sceglieranno 
di viaggiare con noi alla riscoperta di se stessi.




sabato 21 maggio 2016

IL RITMO DEL CORPO A TORINO

"Il ritmo del corpo", 

di Donatella Coda Zabetta ed Emilio Martignoni


Categoria
Gli incontri della Fenice
Data
24/05/2016 18:30
Luogo
Libreria Fenice - Via Porta Palatina, 2
10122 Torino, Italia
Telefono
0114362689
Sito internet
MARTEDI' 24 MAGGIO ALLE ORE 18,30, LA LIBERIA FENICE,VIA PORTA PALATINA 2, IN COLLABORAZIONE CON LE EDIZIONI MEDITERRANEE, PRESENTA IL LIBRO "IL RITMO DEL CORPO" DI DONATELLA CODA ZABETTA ED EMILIO MARTIGNONI.
INGRESSO LIBERO.
SARANNO PRESENTI GLI AUTORI.
Il volume è il frutto dell'incontro delle esperienze individuali degli autori che, pur maturate in contesti differenti e apparentemente lontani quali il qi gong e la meditazione, hanno dato vita a un percorso integrato volto al pieno raggiungimento del benessere psicofisico. Il libro propone 5 nuove e semplici posizioni di base ispirate al daoyin yangsheng gong, un metodo di qi gong fondato in Cina negli anni Settanta del XX secolo, integrate da esercizi di meditazione finalizzati a comprendere i motivi delle difficoltà che si riscontrano nell'effettuare certe posizioni o posture e le modalità per riuscire a riconquistare flessibilità e spontaneità.
Una scrittura lineare corredata da chiari esempi e il dvd allegato accompagneranno i lettori a sperimentare personalmente i movimenti, facilitando in tal modo il recupero del contatto con il proprio corpo. Sia il lettore che si avvicina per la prima volta a tale pratica sia i più esperti avranno la possibilità di sperimentare un nuovo percorso volto a conoscere meglio se stessi.
Attraverso l'integrazione di Oriente e Occidente è nato un nuovo modo di fare qi gong, dove l'esperienza del corpo passa attraverso il lavoro interiore per farci sentire più in sintonia con noi stessi e in armonia con le cose del mondo e con gli altri.
Donatella Coda Zabetta, laureata in Scienze Naturali, ha seguito corsi di Massaggio antistress, di Tuina e di Onodidattica-Onoterapia (Educazione e terapia con asini). Dopo essere stata amministratore delegato e presidente della sede italiana di una ditta australiana che si occupa di importazione di lane, ha fondato a Cigliano (VC) un'associazione senza scopo di lucro denominata 'Centro per lo Sviluppo Evolutivo dell'Uomo', con l'intento di promuovere attività socio-culturali e sportive volte al benessere psico-fisico dell'individuo. Vive a Vercelli.
Emilio Martignoni, laureato in economia alla Bocconi, ricercatore e docente di economia all'Università e nelle scuole superiori, ha lavorato alla Rai Radiotelevisione Italiana. Dagli anni Settanta si è dedicato allo yoga, al qi gong e al taiji. Nel 2008 ha ottenuto il diploma di operatore e insegnante qigong sia dall'Istituto Datong che dalla Scuola di tuina e qi gong di Kunming, provincia dello Yunnan (Cina), e ha conseguito il diploma di operatore Tuina a Torino nel 2009.


venerdì 20 maggio 2016

CORPO E CERVELLO

Estratto da "L'albero dello yoga" di Iyengar:
"Nella maggior parte degli allievi, l'intelligenza è notevole,
 ma il corpo non reagisce all'atto di volontà del cervello.
Solitamente, il loro cervello agisce come un soggetto,
ma voi dovete imparare a trattare il cervello come un oggetto e il corpo come un soggetto.
....
Se avete un fastidio allo stomaco, non potete dargli ordini dal cervello. Non è possibile in questo caso che il cervello si comporti come un soggetto. Se vi servite del cervello, io non lo accetto e vi dico:"E' il vostro stomaco che soffre in questo momento, non il cervello!" Sarò solidale con lo stomaco, ma duro nell'umiliare il cervello. Dirò : "Rilassa il cervello! Lasciati andare!" . La tensione al cervello allora si allenta, e a causa di questa diminuita tensione, anche il dolore allo stomaco si attenua. Rilassiamo quindi psicologicamente il cervello e lavoriamo fisiologicamente sullo stomaco. In questo modo il cervello accetta il dolore, che diventa sopportabile,  e l'energia persa nella tensione si trasforma in un'energia curativa che agisce sullo stomaco, e la ferita può cominciare a guarire."



Considerare il corpo un soggetto è estremamente difficile per chi vive nella testa.  Corpo e cervello devono lavorare in armonia per il benessere dell'organismo e questa riflessione di Iyengar è particolarmente preziosa.

martedì 17 maggio 2016

MUOVERSI IN EQUILIBRIO

Spesso rifletto su quanto ci piaccia complicarci l'esistemza ricercando soluzioni complesse. E sempre ringrazio la meditazione per avermi insegnato la via della semplicità. La via che ho scelto di condividere sia nel "Coraggio di Ascoltarsi" che nel "Ritmo del Corpo".
I due volumi sono stati scritti in momenti differenti, ma entrambi sono nati dall'osservazione di ciò che mi circondava. Il lavoro con i gruppi è sempre stato per me una fonte inesauribile di stimoli alla riflessione, alla comprensione e alla meditazione: la graduale trasformazione dell'uomo ha accompagnato la mia ricerca e l'ha resa concreta.
Così anche le difficoltà della mia stessa quotidianità sono spunto di approfondimento. 
Vivere centrati nel cuore non è facile in questo periodo così confuso e carico di emozioni.  Lo realizzo ogni volta che presento il Ritmo e percepisco la reticenza delle persone a valorizzare un lavoro sul corpo: mi ritrovo a far parlare il cuore senza aver ancora ben compreso il linguaggio giusto per giungere al cuore di chi mi ascolta.  
Io stessa ho vissuto per anni il corpo come mezzo per fare sport e, quindi, ricordo bene lo schema che ho dovuto disgregare nella mia mente per rendere il corpo un prezioso alleato per stare bene. Abituata a meditare in posizione statica per anni, non avevo mai pensato al legame indissolubile tra fisicità e spiritualità. Iniziai a intuirlo studiando Medicina Tradizionale Cinese e completai il passaggio quando incontrai Emilio e praticai con lui il qi gong. Mi stupii tantissimo nel verificare quanto dei movimenti e delle posture all'apparenza così semplici fossero in grado di mettermi in difficoltà. Il grado di consapevolezza acquisito con la meditazione mi aiutò a percepire le più piccole sfumature di disequilibrio, di tensione, di disarmonia e mi portò a lavorare profondamente sul corpo, verificando, giorno dopo giorno, la mia centratura. Il respiro profondo della meditazione dovette trovare il suo spazio nel movimento e mi ci vollero mesi ad adattarlo ai ritmi del corpo. La postura a piedi uniti aprì le porte ad ulteriori lavori di autoconsapevolezza e offrì nuovi stimoli al mio percorso. 
Sono consapevole del grande valore di questa comprensione, ma come condividerla? Come passare la mia gioia e il mio entusiasmo per un lavoro che mi ha donato tanto?
Ci provo proponendo un esercizio semplice. Per essere in equilibrio dobbiamo essere centrati. Centrati nel cuore dal punto di vista spirituale e centrati nel corpo dal punto di vista pratico. Quest'ultimo centro è sicuramente più accessibile ed è propedeutico al primo, per cui provate ad ascoltare il vostro corpo in posizione statica e verificare se i piedi scaricano il peso in modo uniforme.
Quando avrete raggiunto questa consapevolezza provate a fare un passo e a verificare lo scarico del peso nuovamente. Il busto deve essere centrato affinchè questo avvenga e ciò significa che la schiena deve mantenersi eretta e seguire il movimento con consapevolezza.
Chi ha il libro può utilizzare le prime tre posizioni con questo stesso intento. 
E che la via della semplicità abbia inizio.





domenica 15 maggio 2016

IERI, OGGI E DOMANI: MUOVERSI CON CONSAPEVOLEZZA

Un nuovo spunto di riflessione tratto da L'albero dello Yoga di Iyengar, 
che si addice particolarmente ai lettori de Il Ritmo del Corpo :

"Non porto le posizioni di ieri nella pratica di oggi; conosco le posizioni di ieri, ma nella pratica di oggi, sono un principiante. Rifiuto l'esperienza di ieri. Voglio vedere quale nuova conoscenza mi verrà al di là di quanto ho già provato fino a ora. In questa ricerca, il mio corpo è come l'arco, l'intelligenza è la freccia e il bersaglio è il mio io. Sono consapevole sia dentro che fuori. Dobbiamo imparare a tendere bene l'arco per colpire il bersaglio. Continuate, quindi, a tendere l'arco del vostro corpo, di modo che la freccia dell'intelligenza sia acuminata,  e quando la scoccherete colpirà il bersaglio, che è la vostra anima. Non preoccupatevi del bersaglio. Se l'arco è ben teso e la freccia è acuminata, non potrete mancarlo."


E' molto importante praticare con consapevolezza. Sarà il nostro stesso corpo a rimandarci tensioni, rigidità, emozioni o flessibilità e armonia, donandoci gli strumenti per applicarci più o meno profondamente accogliendo eventualmente anche la stanchezza e accettandone la presenza e i limiti che può creare. Se i movimenti sono praticati con consapevolezza sarà semplice apprezzarne le sfumature, i progressi, i blocchi: la quotidianità condizionerà inevitabilmente la nostra pratica e se affronteremo gli esercizi carichi di aspettative, ci perderemo la gioia della scoperta. Prendere coscienza dei nostri stati d'animo attraverso il corpo ci aiuterà a vivere la giornata con maggior tolleranza verso noi stessi quando ci sentiamo scarichi e con grande gioia quando ci percepiamo tonici e in forma. 
Troviamo il coraggio di ascoltarci e accettarci per quello che siamo, giorno per giorno. 

mercoledì 11 maggio 2016

LA PROFONDITA' DEL MOVIMENTO

Oggi desidero scrivere una riflessione traendo ispirazione dalle parole di Iyengar (L'albero dello Yoga) in merito alla profondità di una postura yoga. A differenza di Iyengar rifletterò sulla mia stessa esperienza nella pratica del qi gong daoyin.
Quando si comincia ad esercitarsi si sfiora appena la superficie dei movimenti e delle posture: ci si concentra per imparare la forma.  Iyengar definisce questa fase "volitiva" in quanto lo sforzo è coniugato all'atteggiamento mentale diretto a voler apprendere la forma.
Le difficoltà riscontrate nell'esecuzione ci portano quasi subito a coinvolgere tutti i nostri sensi nell'azione. Mi ascolto, mi osservo, percepisco le tensioni e le rigidità del mio corpo e ne assaporo la pesantezza. Iyengar chiama questo passaggio "conoscitivo": attraverso il movimento del corpo entro in contatto con esso.
Il terzo stadio, che Iyengar definisce "comunicazione" unisce le esperienze volitive e conoscitive per aprire le porte ad un'azione mentale. La mente prende nota delle indicazioni del corpo a fronte della volontà a muoverlo e cerca di comprenderne le difficoltà. La mente diviene un ponte tra il movimento muscolare e gli organi di percezione, introducendo l'intelletto e dirigendo l'azione trovando un naturale equilibrio tra i limiti corporei e lo sforzo teso a superarli.
Questa comunione ci porta direttamente al quarto stadio, quello "riflessivo", che ci permette di ricordare ed esaminare le sensazioni dell'esercizio. 
Poco per volta la pratica si trasforma coinvolgendo il corpo nella sua totalità: l'attenzione passa dalla singola parte all'insieme, favorendo la comprensione che l'equilibrio prende forma dall'armonia tra le articolazioni, i muscoli, la mente e il respiro. 
Ecco che la ripetizione dell'esercizio è un continuo osservarsi ed analizzare i cambiamenti: l'ascolto, in contatto con il corpo, diviene consapevolezza a unificare il lavoro svolto. 
L'atto volitivo, conoscitivo, mentale e riflessivo si uniscono e il corpo diviene la manifestazione del nostro essere più profondo, rendendo la pratica spirituale.
Ne "Il ritmo del corpo - muoversi con consapevolezza", Emilio ed io abbiamo cercato di favorire nel lettore praticante questo processo trasformativo, offrendo, unitamente agli esercizi, una parte dedicata a stimolare la comprensione del proprio corpo non solo dal punto di vista volitivo, conoscitivo e mentale, ma anche riflessivo, per rendere il movimento consapevole una pratica spirituale.

Emilio Martignoni - L'uomo tra cielo e terra


domenica 8 maggio 2016

PAURA DI VIVERE

Spesso, senza neanche accorgercene, ci accontentiamo di sopravvivere. Vivere significa continuo  cambiamento, evoluzione, accettazione e trasformazione. Ci fa paura.
La paura ci porta istintivamente a fuggire da una situazione o a proteggerci da essa. Come ogni emozione ha una doppia valenza e se da un lato supporta l'istinto di sopravvivenza in una situazione di pericolo favorendo la fuga, dall'altro  ci porta ad agire irrazionalmente. In quest'ultimo caso è l'emozione stessa a dirigere l'azione.
E non si può negare che attualmente la paura rivesta una parte importante nelle nostre vite e induca molti di noi a chiudersi in un bozzolo di rigidità e giudizio.
Osservate il vostro corpo: le spalle sono tese? Sono rivolte in avanti? Il respiro è superficiale? La schiena è dolente? La cervicale si fa sentire? I muscoli sono contratti? Le articolazioni sono rigide?
Il corpo è un alleato importante nel farci comprendere quello che proviamo al di là di quello che pensiamo di provare.
Se avete riscontrato in voi stessi anche solo uno dei disagi elencati precedentemente, avete attivato un atteggiamento di chiusura.
Cosa accade quando siamo in chiusura? Sicuramente schermiamo gli attacchi, ma questo non ci rende immuni ad essi, in quanto così come nulla entra, nulla può uscire. 
Restare aperti richiede un sacrificio continuo. E' faticoso essere nel cuore e flessibili, quando tutto intorno il mondo della mente e dell'ego detta legge. E' estremamente faticoso perchè si devono fare i conti con se stessi, con le proprie paure e debolezze  e quando qualcosa  risuona con esse è semplice cadere nella trappola della paura.
E' difficile rimanere centrati e equilibrati quando tutto sembra andare in una direzione di separazione. Si tratta di unire se stessi e le proprie contraddizioni interiori per non venir travolti dal fiume in piena delle emozioni.



sabato 7 maggio 2016

UFFICIO COMPLICAZIONE COSE SEMPLICI: NOI

Dopo tanti anni di percorso la scoperta che mi ha affascinato maggiormente è stata quella di realizzare come tutto nell'universo segua la via della semplicità. E l'ascolto del corpo è lo strumento più semplice a nostra disposizione per sciogliere i grovigli della nostra mente. 
Il corpo è diretto. Se siamo stanchi, così stanchi da aver esaurito le energie, il corpo ci ferma. Che ci piaccia o no. E quando la mente scalpita perché deve fare questo e quello, il corpo, esausto, manda in tilt il sistema per fermarlo. Semplicemente perché l'autodistruzione non è naturale.
Ma perché siamo così complicati? Perché abbiamo grande difficoltà ad accettare che al centro dell'universo non ci siamo solo noi, con le nostre esigenze, con le nostre aspettative, con le nostre emozioni, con le nostre debolezze e con le nostre paure. Ci piacerebbe controllare tutto e dirigere il gioco della vita affinché segua il corso che noi abbiamo PENSATO essere il migliore per noi (e attenzione,  quello che una mente non al servizio del cuore persegue è solo il soddisfacimento di esigenze materiali). Ovviamente ci scontriamo con la nostra stessa natura, che non è solamente materiale. La nostra essenza spirituale, rappresentata dal cuore, persegue un bene più grande per noi, incomprensibile se ci limitiamo ad un'osservazione puramente materiale. E quando non comprendiamo, siamo dei guerrieri incalliti, dimenticando che in tal modo non facciamo che complicarci la vita in quanto la guerra che portiamo avanti è giocata in casa.
L'esperienza, le legnate, il dolore ci renderanno sempre più determinati, fin quando non accetteremo di abbandonare il campo di battaglia per sfinimento. E un primo passo verso la semplicità avrà preso forma. Ci saremo arresi alla vita. E avremo assaporato un barlume di semplicità.
In fondo dipende tutto da noi: W la semplicità ;-)




giovedì 5 maggio 2016

IL CORPO VIRTUALE

"Numerosi esperimenti hanno dimostrato che 
quando l'interazione tra corpo e ambiente è molto ridotta, 
si perde la percezione della realtà. 
(Lilly, J.C. , Mental Effects of reductions of Ordinary Levels of Phisical Stimuli 
on Intact, Healthy Persons: a Symposium, 1956)


Oggi desidero stimolare uno spunto di riflessione profondo sul nostro modus vivendi. Tra personal computer, cellulari e televisione ci muoviamo sempre meno, pur viaggiando con la mente a gran velocità. Abbiamo sostituito il movimento delle gambe con sms, mail e whatsapp. 
Spesso adottiamo posizioni statiche e raramente troviamo nella nostra giornata tempo per una disciplina fisica che ci riporti a contatto con il nostro corpo. Molte attività che un tempo richiedevano l'ultilizzo del corpo (come l'andare a trovare un amico per fare due chiacchiere o il recarsi a fare acquisti o a pagare una bolletta...) ora sono state sostituite dalla comodità di internet, tanto da renderci schiavi del web. A chi non è mai capitato di entrare in panico di fronte a un pc o a un cellulare impallato? Come se non fosse possibile sopravvivere senza ... quando la storia dell'uomo dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che lo è.
Un mente sempre più attiva e un corpo sempre più statico ci hanno gradatamente reso ... virtuali.
Abbiamo perso un sano e quotidiano contatto con la realtà e,  peggio ancora, con il nostro corpo.
Non lo percepiamo più. Diamo per scontato che ci sia e ci accorgiamo di averlo quando ci mette i bastoni tra le ruote, ammalandosi. Abbiamo congelato la percezione fisica, sostituendola con un mentale sempre più attivo che ha fatto di noi dei robottini informatici.
Oggi propongo la giornata del corpo. Io stessa, dopo la pubblicazione del blog, mi dileguerò nella natura. Chi può faccia altrettanto.
Il grado di sofferenza che emergerà da una scelta di questo tipo, sarà un ottimo spunto di riflessione individuale. 

lunedì 2 maggio 2016

QI GONG PRIMAVERA



Il Qigong per la Salute del Legno (Fegato-Vesica Biliare) interviene sulla forza muscolare, 
sul nostro dinamismo e slancio vitale verso gli altri ed il mondo esterno e sulle capacità di prendere le decisioni. 
Esso favorisce la produzione di bile, la sostanza pura che sta alla base del nutrimento di tutti i nostri organi e del loro funzionamento, assicura la distribuzione del Sangue. 
Il sistema Fegato-Vescica Biliare sono particolarmente colpiti dai nostri stili di vita: 
lo stress intacca le nostre riserve di Sangue ed aumenta la collera o le frustrazioni, il nostro ritmo sonno veglia non segue il ciclo del giorno e della notte ma al contrario siamo abituati ad una intensa vita serale e ad una alimentazione squilibrata, i livelli di inquinanti nell'aria e negli alimenti sono abbastanza elevati, tutto ciò logora il sistema energetico del Legno e le nostre forze vitali, consuma più Sangue di quanto siamo in grado di produrne. 
Anche per il Legno il Daoyin Yangsheng Qong sta alla base della pratica di Qigong.

(www.salutemigliore.it)




COME CI PONIAMO NEI CONFRONTI DEL CORPO?

"L'atteggiamento nei confronti del corpo deve essere gentile e non violento. Non dobbiamo vedere il corpo solo come uno strumento, nè maltrattarlo. Quando siamo stanchi e sofferenti, il corpo sta cercando di dirci che non è felice e a suo agio. Il corpo ha un proprio linguaggio. Come praticanti della consapevolezza dobbiamo cercare di capire quello che il corpo ci sta dicendo."



Oggi desidero offrire un importante spunto di riflessione relativo al corpo, questo prezioso alleato nel percorso verso la consapevolezza. L'ascolto del corpo e dei suoi segnali è, infatti, un modo per acquisire centratura e focalizzazione, oltre che uno stimolo a rimettersi in discussione e a valutare con maggiore oggettività le nostre priorità.  Spesso tendiamo a trascurare i segnali che il corpo ci invia  per favorire i messaggi forti e chiari della mente. Quante volte abbiamo trascurato il riposo nonostante la stanchezza e abbiamo chiesto al nostro corpo energie non più disponibili? E quante volte abbiamo pagato care le conseguenze di tanta trascuratezza con incidenti o malattie? 
Il nuovo volume "IL RITMO DEL CORPO Muoversi con consapevolezza" nasce da questa presa di coscienza e dall'intento di offrire a ciascuno la possibilità di tornare ad ascoltare i segnali del proprio corpo grazie all'esperienza diretta praticando movimenti semplici e accessibili a tutti spiegati e affrontati attraverso la dinamica interiore che li dirige.