sabato 23 giugno 2018

IL CORPO TI PARLA

Ascoltami,
sono il tuo corpo.
So bene che vorresti che, 
silenziosamente,
rispondessi alle tue richieste,
ma, a volte, non ti muovi verso il benessere
e io te lo ricordo.
Per farlo posso fermarti,
urlare il mio disagio,
ammutinarmi.
Tu ti arrabbi, 
divieni insofferente:
lo so bene e lo comprendo.
Per questo accolgo le tue frustrazioni
e mi faccio carico del tuo dolore.
Ascoltami,
sono il tuo corpo.
Viaggiamo insieme da tempo,
tu ed io,
rappresento il tuo cuore,
non dimenticarmi mai.






lunedì 18 giugno 2018

LA RETE INVISIBILE DELLE RELAZIONI

Provate ad immaginare una ragnatela universale che collega attraverso fili leggeri il nostro mondo a quello di chi ci circonda. Ogni azione del singolo vibra sull'insieme.
Ora provate ad immaginare di camminare su uno dei fili di quella grande ragnatela: stare in equilibrio non è semplice, scegliere quale snodo percorrere neanche. Eppure ogni passo determina chi siamo, il percorso che decidiamo di seguire e gli incontri lungo il cammino.
Nasciamo al centro di una ragnatela più piccola: essa può apparirci come un nido sicuro o una gabbia dorata. Allontanarsi dalla ragnatela di origine può richiedere tempo e coraggio, ma se vogliamo scoprire chi siamo  dovremo inevitabilmente creare la nostra ragnatela intessendo i fili delle nostre scelte. I legami con i fili a cui siamo legati rimarrano invisibili sempre con noi: a volte ci tratterranno, altre volte ci doneranno la forza di proseguire, ma non possiamo ignorarli senza perdere consapevolezza. Ogni filo ha un significato profondo nella nostra vita perchè stimola in noi la trasformazione. Ci saranno sempre fili che ci appariranno essenziali e altri che ci sembreranno vincolanti: la percezione dipenderà dal nostro modo di osservarli e viverli.
Quando la consapevolezza che i  fili  che noi stessi decideremo di tessere saranno gli unici a fare la differenza nel nostro percorso, saremo liberi di essere creatori del disegno universale a cui apparteniamo.





martedì 12 giugno 2018

LA RABBIA NEL CORPO

Immaginate di avere un fuoco al vostro interno e di attizzarlo continuamente. La pelle e gli occhi si arrossano, la testa pulsa, il cuore accelera, il respiro si fa molto superficiale con momenti di apnea e il  corpo impiega tutte le sue energie per riportare equilibrio. In tutta questa confusione, la mente allaga il sentire e trasforma il disagio fisico in legna da ardere: il fuoco divampa e mantenere il controllo diviene impossibile. L'incendio esplode tutto intorno incenerendo ogni cosa o implode autodistruggendo il sistema (il corpo si ammala).
Questo è quanto accade dentro di noi quando siamo arrabbiati e ci identifichiamo con la rabbia.
Ci trasformiamo in draghi sputafuoco o ci annientiamo da soli, mandando in tilt il nostro organismo.
Cosa accade, invece, quando  proviamo rabbia e abbiamo la consapevolezza di non identificarci con essa?
Osserviamo il fuoco al nostro interno e portiamo l'attenzione al corpo (terra) per contenerlo. Percepiamo la tensione e cerchiamo di scioglierla, rallentiamo e approfondiamo  il respiro per calmare il cuore e manteniamo l'attenzione sul corpo per limitare il dilagare di pensieri incendiari.
Il fuoco crea energia e non possiamo pensare di spegnerlo e basta al riparo dalle conseguenze (frustrazione, rabbia repressa, tristezza). 
Possiamo trasformare l'energia del fuoco in energia creativa con il movimento (con la danza o il giardinaggio, ad esempio) o con attività di nostro gradimento (pittura, scrittura, cucina). 
Questa capacità trasformativa si acquisisce con pazienza e disciplina: le prime volte non sarà semplice fare qualcosa con la rabbia che ci brucia, ma il lavoro sul corpo sarà un primo passo che ci farà stare meglio evitandoci situazioni di cui poi potremmo rammaricarci in seguito. 
Con calma impareremo a contenere il calore e saremo pronti  a trasformare il disagio in benessere e gratificazione con il movimento o dedicandoci a ciò che ci piace.










lunedì 4 giugno 2018

INVECCHIARE CON IL PROPRIO CORPO

Quando ci guardiamo allo specchio, l'immagine che esso ci rimanda può scatenare in noi emozioni e sensazioni molto diverse. Ci sono giorni in cui ci vediamo in forma, giorni in cui ci sentiamo degli zerbini usati, altri in cui siamo ipercritici verso noi stessi e ogni piccola imperfezione ci appare gigante, altri in cui ci vediamo perfino belli. 
Osservando il nostro sguardo possiamo riconoscerci e sentirci a casa oppure scorgervi emozioni così intense (tristezza, rabbia ...) da destabilizzarci.  A volte possiamo guardarci e vivere un senso di estraneità nei confronti di quegli occhi che pur appartenendoci ci appaiono così lontani.
Eppure siamo sempre noi: a fare la differenza è come ci osserviamo.
Se siamo di cattivo umore o arrabbiati tutto sarà in salita. Se viviamo male il fatto di invecchiare ogni piccola ruga si trasformerà in una valle di lacrime. Se siamo in salute, il tempo è bello e le cose girano per il verso giusto sapremo anche passare sopra alle occhiaie e trovare carino quel tocco di  vissuto che rende affascinante il nostro splendido viso.
E' buffo se ci pensate. 
Immaginiamo un'intera parure di occhiali dalle lenti colorate: ogni mattina ci alziamo, scegliamo un paio di occhiali e la nostra giornata sarà rosa, azzurro cielo, marrone, nera ... 
E proprio mentre noi indosseremo le lenti colorate, il nostro corpo sospirerà consapevole del lamento più o meno serrato della giornata. Il cuore gli darà una pacca sulla spalla e sorridendo ammiccherà alla mente che fa le flessioni per prepararsi a sparare a zero sulla crocerossa.
Considerando che le lenti chiare sono rare e fuori moda, non possiamo lamentarci se il nostro corpo ogni tanto si prende una vacanza e si ammala. 

"Convivere con dei brontoloni lamentosi non è semplice  e alla distanza è inevitabile portarne i segni." Firmato il tuo corpo.