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martedì 2 gennaio 2018

IL VUOTO

Galleggio in assenza di gravità.
Nessuna direzione, nessun appiglio.
Il vuoto.
Pieno di possibilità.
Confusione, paura, agitazione.
Respiro e ascolto il corpo.
Una percezione di leggerezza e di pace
mi invade.
Nessuna costrizione, nessun riferimento.
La libertà.
Posso scegliere di viverla,
semplicemente.






sabato 16 dicembre 2017

CALMA E SANGUE FREDDO

La frenesia natalizia scalda gli animi ed eccita le menti: preparativi, regali, stimoli, incontri, auguri ...
Abbiamo così tante cose da fare che ad un certo punto potremmo sentirci molto stanchi.
Immaginate di guardare, all'ingresso del supermercato, una lunghissima nota della spesa con tanti prodotti da acquistare: di colpo il corpo si blocca e, indeciso sul da farsi,  inizia a muoversi tra le corsie del negozio alla ricerca dei vari articoli senza una direzione precisa. Lo stesso accade quando non abbiamo le idee chiare e ci mettiamo in testa di fare tante cose tutte insieme. Disperdiamo energie psico-fisiche e rimediamo stanchezza e frustrazione. L'incapacità a stabilire delle priorità precise ci costringe a correre come matti. Da dove nasce questa incapacità? Dalla mancanza di chiarezza. Quando a dirigere il corpo non siamo noi, ma la nostra mente fuori controllo la confusione ne è l'ovvio risultato.
Pensiamo che il fermarsi per riordinare le idee sia un'inutile perdita di tempo e così seguiamo l'orda disordinata dei pensieri nella convinzione che il movimento sia di per sè un utilizzo migliore del nostro tempo.
Calma e sangue freddo. Respiriamo. Fermiamoci e ritroviamo il nostro centro: stabiliamo una scala di priorità e arrendiamoci all'evidenza che il mondo va avanti lo stesso pur senza il nostro appoggio. E se il tempo limita le possibilità, chi dice che non sia per il nostro bene?
Gente strana noi umani dai ritmi frenetici.






mercoledì 15 novembre 2017

TUTTO IL CORPO IN UN BLOCCO

Avete mai percepito il vostro corpo duro come un blocco di granito? 
E, allo stesso tempo, vi siete mai sentiti confusi e frustrati?

Immaginate di voler muovere una gamba in avanti e all'indietro nello stesso momento: se la forza che mettete in entrambi i movimenti è similare, probabilmente non riuscirete a spostarla di una virgola e il corpo entrerà in tensione e si irrigidirà. Lo stesso accade quando sentiamo intimamente nel cuore di voler andare in una direzione e la nostra mente produce infinite giustificazioni per indurci ad andare in direzione opposta o per mantenere inalterato lo stato delle cose che vorremmo cambiare. La confusione e la rigidità sono l'effetto manifestato di questa contraddizione interiore. 
Se siamo osservatori attenti, percepiremo questa confusione, ad esempio, in coloro che ci dicono una cosa e ne fanno un'altra (e magari ne pensano una terza...). Se focalizziamo l'attenzione sul corpo di queste persone, noteremo quanto i movimenti siano poco fluidi, le spalle siano tese, lo sguardo sfuggente, il viso contratto ...
E' facile riconoscere questa rigidità negli altri, ma è molto più difficile riconoscerla in noi stessi. 
Ci identifichiamo così profondamente con il vissuto e le situazioni, da perdere il contatto con la nostra interiorità. 
Quando ci sentiamo confusi e bloccati, perdiamo, inoltre, quella fiducia in noi stessi così importante per cambiare prospettiva di ossevazione: così disperdiamo le nostre energie all'esterno nella disperata ricerca di un salvatore in grado di dipanare l'intricata matassa di aspettative e desideri che avvolge il nostro cuore. Non ci viene neanche in testa di provare a dipanare la matassa da soli in quanto ci sentiamo impotenti di fronte ad essa: così ci rifugiamo nell'illusione che qualcuno sia in grado di fare per noi quello che noi stessi non siamo in grado di fare. E la matassa cresce, si irrobustice e si trasforma in un bozzolo minerale di rigidità e chiusura dove nulla esce e nulla entra. L'altro aspetto di tale approccio è la contraddizione esteriore (che specchia quella interiore) che si manifesta nella forsennata ricerca di qualcuno che sia in grado di farci vedere la nostra illusione e quando lo troviamo ci fa scappare a gambe levate verso qualcun'altro in grado di supportarla. 
Gente strana noi umani stratificati.





giovedì 21 settembre 2017

IN BARCA NEL MARE IN BURRASCA

Immaginate una nave, di quelle abbastanza grandi da contenere diverse persone. Immaginate il mare in tempesta, le onde alte, il vento forte, la nave che oscilla paurosamente. Ora osservate le persone intorno a voi: c'è panico, agitazione, terrore. Come reagireste in questa situazione? Vi dareste da fare o vi abbattereste sotto il peso di quanto sta accadendo? Immaginate entrambe le reazioni: attività e passività.
Ora introduciamo un osservatore esterno agli eventi: la consapevolezza.
Ogni occupante della nave può fare la differenza con il suo atteggiamento. Vi è un'unica nave ed il mantenerla funzionale diviene prioritario per la sopravvivenza. La paura è irrazionale: genera emozioni a raffica e caos tra le persone proprio quando  l'unione e la collaborazione sarebbero indispensabili. 
Attraverso gli occhi della consapevolezza immaginate ora nuovamente la nave: da un lato le persone attive, dall'altro quelle passive, tutte in grande stato confusionale. L'equilibrio è nel mezzo e viene mantenuto tale da una posizione equivalente delle due direzioni.
Infatti, un'attività sconsiderata risulta nociva tanto quanto la passività. Questo significa che non possiamo ergerci a giudici e stabilire cosa sia giusto o sbagliato in assoluto. Ci sono momenti in cui la passività stimola la pausa necessaria ad evitare "reazioni" inconsapevoli e ci sono momenti in cui è determinante agire. Entrambi i comportamenti sono essenziali all'equilibrio.
Questo ci dovrebbe far riflettere quando guardiamo all'altro ed ai suoi comportamenti con severità di giudizio; allo stesso modo ci dovrebbe aiutare a non dimenticare mai che la nave sulla quale siamo imbarcati è la stessa e che nelle difficoltà diviene tutto molto più complicato.
E qui mi fermo.
Ho farneticato alla grande? Forse. O forse no.

PS: E se consideriamo la parte destra del nostro corpo come parte attiva e quella sinistra come parte passiva, a seguito della lettura, come ci sentiamo? In equilibrio?