Avete mai percepito il vostro corpo duro come un blocco di granito?
E, allo stesso tempo, vi siete mai sentiti confusi e frustrati?
Immaginate di voler muovere una gamba in avanti e all'indietro nello stesso momento: se la forza che mettete in entrambi i movimenti è similare, probabilmente non riuscirete a spostarla di una virgola e il corpo entrerà in tensione e si irrigidirà. Lo stesso accade quando sentiamo intimamente nel cuore di voler andare in una direzione e la nostra mente produce infinite giustificazioni per indurci ad andare in direzione opposta o per mantenere inalterato lo stato delle cose che vorremmo cambiare. La confusione e la rigidità sono l'effetto manifestato di questa contraddizione interiore.
Se siamo osservatori attenti, percepiremo questa confusione, ad esempio, in coloro che ci dicono una cosa e ne fanno un'altra (e magari ne pensano una terza...). Se focalizziamo l'attenzione sul corpo di queste persone, noteremo quanto i movimenti siano poco fluidi, le spalle siano tese, lo sguardo sfuggente, il viso contratto ...
E' facile riconoscere questa rigidità negli altri, ma è molto più difficile riconoscerla in noi stessi.
Ci identifichiamo così profondamente con il vissuto e le situazioni, da perdere il contatto con la nostra interiorità.
Quando ci sentiamo confusi e bloccati, perdiamo, inoltre, quella fiducia in noi stessi così importante per cambiare prospettiva di ossevazione: così disperdiamo le nostre energie all'esterno nella disperata ricerca di un salvatore in grado di dipanare l'intricata matassa di aspettative e desideri che avvolge il nostro cuore. Non ci viene neanche in testa di provare a dipanare la matassa da soli in quanto ci sentiamo impotenti di fronte ad essa: così ci rifugiamo nell'illusione che qualcuno sia in grado di fare per noi quello che noi stessi non siamo in grado di fare. E la matassa cresce, si irrobustice e si trasforma in un bozzolo minerale di rigidità e chiusura dove nulla esce e nulla entra. L'altro aspetto di tale approccio è la contraddizione esteriore (che specchia quella interiore) che si manifesta nella forsennata ricerca di qualcuno che sia in grado di farci vedere la nostra illusione e quando lo troviamo ci fa scappare a gambe levate verso qualcun'altro in grado di supportarla.
Gente strana noi umani stratificati.
Nessun commento:
Posta un commento