Dopo il vorticoso girotondo natalizio
e lo spumeggiante rito di fine anno
arriva la befana
che tutte le feste si porta via.
I ritmi rallentano
e si confrontano con la stanchezza di un corpo
che per tenere botta
ha utilizzato molta della sua energia.
Una pausa breve
che preannuncia il ritorno alla normalità.
Il cambiamento di ritmo porta sempre nuove consapevolezze e apre le porte alla revisione delle priorità. La stanchezza è il perno su cui ruota il susseguirsi di impegni, aspettative, desideri: il superfluo cede il campo all'essenziale.
E' un tempo prezioso, ma allo stesso tempo impegnativo: le mani si chiudono senza trattenere nulla. Dove sto andando? Cosa sto facendo? Chi ho scelto di essere?
Le risposte collimano con il mio sentire più profondo?
Quanto mi sono allontanato dall'essenza?
Non è mai troppo tardi per rinascere e prendersi cura di se stessi.
Veramente ,,e' gia' un po' che mi pongo queste eterne domande.. Non c'era bisogno delle festivita'! Non tutti le passano banchettando..e in compagnia!
RispondiEliminaLe domande che propongo mi appartengono da sempre, ma ci sono occasioni che le rendono più pressanti. Le feste possono coinvolgerti direttamente, ma è quasi inevitabile rimanerne immuni anche se non vi si partecipa attivamente per necessità o per scelta. La quotidianità a cui siamo abituati si trasforma e come ogni cambiamento ci rende più consapevoli del nostro stare. I livelli di consapevolezza sono molteplici ed ognuno, nella sua unicità, si trova a vivere una realtà energeticamente differente che stimola riflessioni più o meno profonde e riporta a galla ferite, fragilità e paure.
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