martedì 17 ottobre 2017

CHI SONO? COSA SONO?

“Fama o persona, quale ti è più cara?
Persona o beni, cosa conta di più?
Ottenere o perdere, cos’è una disgrazia più grande?
L’eccessiva avarizia porta a grandi sprechi,
l’eccessiva accumulazione porta a grandi perdite.
Riconosci la sufficienza: nessuna vergogna.
Riconosci quando fermarti: nessun pericolo.
Così puoi durare a lungo.
traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini 




Quando si approfondisce il lavoro su di sé, è quasi impossibile non porsi la domanda: “Chi sono?” e realizzare quanto sia difficile rispondervi. L’azione esteriore assorbe la quasi totalità dell’energia a nostra disposizione tanto che rischiamo di identificarci con essa, perdendo il contatto tra mente e corpo e comportandoci per la maggior parte del tempo in modo automatico. La mente è iperattiva e il corpo subisce passivamente le sue direttive. L’attenzione è completamente focalizzata all’esterno: sul risultato, sul mantenimento di un’immagine o di un ruolo, sull’altra domanda che ci caratterizza: “Cosa sono?”.
La mancata identificazione tra “Chi sono” e “Cosa sono” genera lo spazio per la formazione dell’ego e delle tante tensioni a cui sottoponiamo il corpo per soddisfare le sue infinite pretese. Per stare bene è importante accogliere la propria natura nella sua totalità di materia e spirito, ed il corpo si rivela in questo lavoro un valido aiuto. Studiare e ascoltare la fisicità significa aprirsi alla comprensione del cuore, che attraverso il corpo si manifesta. Questo passaggio stimola una consapevolezza profonda della disarmonia esistente tra “chi sono” e “cosa sono” in quanto la presenza di stati di disagio, che emerge da un ascolto consapevole, illumina la discrepanza tra lo stato fisico e uno stato mentale che spesso tende ad ignorare il malessere a favore del soddisfacimento di desideri e obiettivi materiali considerati prioritari. Questa reiterata tendenza a trascurare i segnali del corpo ci ha resi, gradatamente, insensibili ad essi, allontanandoci, inevitabilmente, dalla nostra essenza. Il ritmo frenetico che scandisce le nostre vite ne è un esempio eclatante: difficilmente siamo in sintonia con il ritmo della natura dettato dall’alternarsi di luce e buio e delle stagioni. All’attività segue raramente un adeguato riposo, l’alimentazione è spesso disordinata e il lavoro si svolge uniformemente durante l’arco dell’anno, senza prestare particolare attenzione alle condizioni climatiche e ai conseguenti cambiamenti del corpo. Il malessere generalizzato che caratterizza la civiltà attuale è la manifestazione tangibile del profondo smarrimento che coinvolge l’uomo a causa di questo atteggiamento.
Gli antichi testi cinesi insegnavano come prendersi cura di sé, nutrendo il corpo e ritirandosi nell’assenza di pensieri per alimentare il cuore e la naturale spontaneità di adattamento al movimento della vita. Il ritorno all’ascolto del proprio corpo diviene, quindi, la strada diretta e più semplice per arrivare al cuore e tornare a vedere le cose così come sono, nella loro infinita rete di relazioni e movimento, dove il cambiamento non è più fonte di instabilità, ma il semplice fluire della vita. 
"IL RITMO DEL CORPO Muoversi con consapevolezza" apre le porte all'ascolto del corpo e alla via del cuore, per imparare a conoscersi ed amarsi.




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