Dall'inizio della pandemia, sia per la scarsa mobilità sia per le preoccupazioni scatenate dal Covid-19, il corpo ha specchiato con efficacia le nostre tensioni irrigidendosi e chiudendosi su se stesso. E' facile notare spalle incurvate e sguardi bassi e mirati in coloro che mascherati frequentano i supermercati per la spesa settimanale. La mancanza di attività fisica acuita dai divieti e dalla chiusura di palestre, piscine e piste da sci avrà sicuramente un impatto deleterio sul nostro stato di benessere psico-fisico.
Lo stato di immobilità esteriore ha evidenziato lo stato di immobilità interiore di molti con conseguenze devastanti: paura, depressione, sofferenza psicologica. Anche chi era abituato a lavorare interiormente non è risultato immune al ciclone Covid-19: mantenere apertura di cuore e uno stato di rilassamento ha richiesto moltissima energia in un periodo in cui è stato difficile ricaricare le pile con il movimento.
La convivenza forzata ha acuito le difficoltà latenti creando un circolo vizioso di aggressività. La stessa aria che respiriamo ogni giorno è carica di rabbia e frustrazione e non è semplice non rimanerne intossicati.
Personalmente sento la mancanza dell'elemento acqua a compensare e mitigare il fuoco che respiriamo. Significativo che per la medicina tradizionale cinese l'elemento acqua corrisponda ai reni, simbolo di vitalità. Quella vitalità che oggi più che mai si manifesta in tutta la sua fragilità.
Mai come in questi giorni percepisco il bisogno di una bella nuotata e delle proprietà terapeutiche dell'elemento acqua per lasciarmi andare e mitigare quella sensazione di pesantezza che sembra caratterizzare ogni parola e ogni gesto percepito.
Ed ecco che un bagno casalingo diviene terapia e coccola a ricordare la gioia delle piccole cose.
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