martedì 13 marzo 2018

RITORNARE AL CENTRO

Quando viviamo uno stato di disagio o preoccupazione, naturalmente tendiamo a dirigere la nostra attenzione all'esterno focalizzandoci su qualcosa che sembra alleviare la nostra pesantezza.
Immaginate un cerchio il cui centro siamo noi: l'ampiezza della circonferenza rappresenta simbolicamente l'energia a nostra disposizione. In uno stato di benessere la nostra circonferenza è in equilibrio tra lo stare e il movimento (contrazione ed espansione). Quando la circonferenza amplia il suo raggio oltre lo stato di equilibrio, l'energia a nostra disposizione si disperde su una superficie più grande e per forza di cose diminuisce la quantità di energia presente nel centro. Questo spiega perchè la dispersione dell'energia all'esterno sottrarrà forza alla nostra interiorità e la scelta di cercare sollievo al di fuori di noi stessi sarà supportata dalla nostra mente, ma risulterà un tentativo illusorio. Se siamo a disagio o bloccati, abbiamo bisogno di tutta la nostra energia nel centro per prendere consapevolezza di quanto ci sta accadendo ed elaborarlo: questo presuppone una riduzione della circonferenza e non la sua espansione. Può accadere che la nostra circonferenza si riduca al centro della stessa, dandoci l'impressione di essere finiti in un buco nero semplicemente perchè siamo immersi totalmente nella visione della nostra ombra e ne siamo fagocitati. A questo punto è importante ricordarsi che il centro di noi stessi ha radici in terra e in cielo e che esse ci aiuteranno a illuminare l'ombra. 
In che modo? Non perdendo il contatto con la realtà inseguendo sogni a occhi aperti e mantenendo viva la fiducia che si tratta semplicemente di un passaggio del nostro cammino evolutivo. Se siamo al buio, siamo a buon punto (esattamente il contrario di quello che ci sembra di vivere!). Bisogna cadere per potersi rialzare ad un livello più consapevole. 
Quando questa presa di coscienza avviene con uno sforzo di volontà teso ad oggettivare la situazione, prende forma il primo passo verso la rinascita e si verifica una nuova fase di espansione della circonferenza per raggiungere l'equilibrio. Un equilibrio maggiore di quello che avevamo precedentemente in quanto specchierà l'aumento della nostra consapevolezza. 
Benvenuta primavera!





5 commenti:

  1. Hai ragione dicendo che quando si tocca il fondo poi si riparte, ma a volte è veramente molto difficile da fare.

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    1. E' così, quando si tocca il fondo si è scarichi e si tende a vedere le cose con grande soggettività, privilegiando il nero della disillusione. Per questo ci vuole uno sforzo di volontà importante: affidarsi al corpo è forse la via meno faticosa. Non si ha voglia di uscire, lo so bene, ma è fondamentale donarsi la possibilità di sperimentare nuovamente i colori facendo qualcosa che ci piace. Questo passo può apparire al di fuori della nostra portata per l'impegno richiesto, ma non lo è mai. Buona serata.

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  2. Ciao...riprovo a mettere il mio commento....dicevo che la Primavera è un periodaccio....piu che un nocciolo mi fa sentire già un fiore spampanato....ciaoo

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    1. Per me è il contrario. La primavera porta movimento, luce, sole, acqua e mi piace molto. Il nostro approccio dipende dal nostro modo di aprirci alla vita: se accogliamo con serenità il cambiamento, la primavera ce lo rimanda in modo intenso attraverso il risveglio della natura; al contrario se preferiamo la stabilità delle cose che ci danno "sicurezza", sempre uguali, l'inverno ci fa sentire più a nostro agio con la sua immobilità, il suo stare. Ce l'abbiamo fatta! Buona giornata!

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  3. Ciao...riprovo a mettere il mio commento....dicevo che la Primavera è un periodaccio....piu che un nocciolo mi fa sentire già un fiore spampanato....ciaoo

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