Spesso quando ci avviciniamo ad una pratica corporea la nostra attenzione è sempre volta a fare qualcosa. Si vorrebbe imparare le posizioni, perfezionarle, eliminare le tensioni, respirare profondamente, muoversi in modo sciolto ... insomma si pensa molto e si ascolta poco.
Si dirige il corpo considerandolo un mezzo atto a farci fare esercizio e bella figura. Non vi è apertura e disponibilità al sentire per la tensione che ci induce a corrispondere a ciò che pensiamo sia giusto fare o debba essere fatto.
Il lavoro consapevole nasce dal riconoscimento di questa tensione e di quanto sia limitante.
Non sono i limiti corporei ad ostacolarci nella pratica, ma i limiti che noi stessi creiamo resistendo al dispiegarsi dell'ascolto. E' necessaria una profonda maturazione per essere presenti alla pratica.
Fino a quando si pensa di aver bisogno di fare qualcosa c'è conflitto. La mente costruisce progetti continuamente, allontanandoci da uno stato di presenza per immergerci in uno stato immaginario in cui il soddisfacimento di un bisogno ne stimola immediatamente un altro e poi un altro ancora. E' molto stancante.
L'intento principale del volume IL RITMO DEL CORPO è aprirsi all'ascolto del corpo attraverso la pratica. Il viaggio alla riscoperta di se stessi nasce dall'osservazione delle posture e dei movimenti che ci rappresentano, dalla percezione delle tensioni, delle rigidità e dei blocchi che ci immobilizzano, dal riconoscimento dell'impatto della mente nel nostro quotidiano.
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