giovedì 29 settembre 2016

UN CORPO AMMALATO


"Le malattie appartengono alla corrente della necessità mediante cui operano gli istinti: esprimono il passato dell'uomo. L'uomo è malato in quella parte di sè in cui non è libero, o s'illude di essere libero. Egli comincia a guarire in quella parte di sè che non si identifica con il passato, non subisce il passato, non è condizionato dal karma, anzi deve separarsene, se vuole esprimere la propria essenza. E' la parte di sè nella quale sorge predialetticamente il pensiero.
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Il risveglio del pensiero alla propria natura sovrasensibile, non elimina il karma, o il passato, o gli istinti, ma rende possibile l'azione interiore indipendente da essi e tale che l'uomo lucidamente riconosca attraverso essi gli ostacoli che gli impediscono l'espressione terrestre dello Spirituale.
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Il pensiero che ignori la propria essenza, una con l'essenza delle cose, lascia fuori di sè l'essere, il mondo, l'oggettività, la Materia: non può non dipendere da questi: tenta di conoscerli, ma non può, perchè non ha sufficiente coscienza di sè per avvertire che li ha di contro a sè già pensati, e pensati fuori dall'identità con cui comincia a pensarli."

Scaligero è geniale, ma complicato. Pensiamo alla malattia e alla parte del corpo che viene da essa interessata. Difficilmente penseremo che il nostro intero organismo sia malato, al contesto in cui si è sviluppata la malattia, al nostro vissuto degli ultimi mesi ... ma identificheremo  la malattia con la parte dolente (il braccio, la gamba, la testa ...). Con questo pensiero la nostra percezione avrà ignorato l'essenza dissociandosi da essa e creando una situazione di dipendenza dalla malattia stessa. Cercheremo cure e rimedi al disagio focalizzati sulla parte e supportati dalla medicina occidentale che ha reso i nostri corpi un insieme di pezzi da aggiustare (reparto ortopedia, neurologia, cardiologia ...) con l'illusione che la guarigione possa derivare da un'azione mirata a risolvere la malattia. Non approfondiremo l'origine del disagio ascoltando la nostra totalità e re-agiremo ai sintomi cercando di eliminarli. In tutto questo procedimento agiremo condizionati dagli istinti e dal nostro passato, pensando di essere liberi. Liberi di stare bene. Fino alla prossima malattia.

PS: sono stata estremamente superficiale ed ho utilizzato un esempio banale per cercare di assaporare la profondità della riflessione di Scaligero, ma ci tenevo a offrire uno spunto di meditazione al di là degli schemi ordinari di pensiero. 

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